lunedì 6 luglio 2015

In tema di democrazia paritaria e delle modalità della politica miope che dà schiaffi alle donne

Scrive il gruppo Un Desiderio in Comune (che è parte fin dall'inizio del Comitato 50e50)
Non pretendendo di parlare in nome e per conto del Comitato 50e50 ma solo a nome di Unde, riteniamo che ogni interlocuzione con le istituzioni, dalle quali non ci aspettiamo nulla di diverso da ciò che abbiamo ricevuto in questi anni, non vada promossa per 'reazione'. La scelta politica alla base della campagna promossa dal Comitato 50e50 è stata molto semplice e molto chiara fin da subito: rifiutare la logica della contrattazione e della mediazione tutta interna alle dinamiche partitiche ed istituzionali e promuovere, attraverso la raccolta di firme sulla Proposta di Legge di Iniziativa Popolare, una potente azione politica pubblica e di massa sul tema - complesso - della democrazia paritaria. Questa impostazione - dalla quale non abbiamo mai derogato - ci ha dato credibilità politica e forza e ha reso centrale nel dibattito pubblico svoltosi durante la discussione sulla legge elettorale (ma anche dopo la bocciatura avvenuta in Consiglio Regionale degli emendamenti che riproponevano le proposte contenute nella Proposta di Legge di iniziativa popolare), la questione politica: così come il Comitato 50e50 l'aveva posta in questi anni. Detto più chiaramente: il dibattito e lo scontro politico che in questi anni si è aperto attorno al tema della rappresentanza di genere si è potuto sviluppare in virtù dell'autonomia del percorso e dell'impostazione politica che il Comitato 50e50 ha mantenuto. La stessa necessità di modificare lo Statuto regionale che oggi - alla luce della mancata elezione di donne nell'ambito della maggioranza di governo della Regione - viene posta dal Presidente della Regione, probabilmente sarebbe risultata superflua se le forze politiche avessero ascoltato l'allarme che il Comitato 50e50 lanciò da subito intravedendo il rischio (puntualmente verificatosi) di non poter garantire la parità di genere nella composizione della Giunta se non fossero stati introdotti meccanismi elettorali in grado di facilitare l'ingresso delle donne nel Consiglio Regionale. Invece, le nostre osservazioni sono rimaste puntualmente inascoltate, anzi liquidate in maniera superficiale e supponente da una classe politica rivelatasi miope e politicamente incapace. La conclusione penosa a cui si è approdati - con la nuova Legge elettorale e con il risultato elettorale - ci dà una triste conferma della irriformabilità dei partiti e della loro crisi irreversibile. E non è un caso se oggi la rappresentanza femminile in Consiglio Regionale è garantita in primo luogo dal M5S, e cioè da una compagine politica che seleziona i propri rappresenti istituzionali con criteri e meccanismi completamente differenti da quelli dei partiti tradizionali; e non vogliamo sottovalutare, tra le altre cose, che il M5S si è sempre apertamente dichiarato contrario all'introduzione di norme che agevolino l'ingresso delle donne nelle istituzioni ma loro, semplicemente e naturalmente (almeno finora), le donne le sostengono, le candidano, le votano e le eleggono.
Dunque, se il nuovo governo regionale e il Presidente in primis vogliono mettere mano alla Legge elettorale e allo Statuto non hanno che da decidere di farlo definendo le priorità dell'agenda politica autonomamente. Per quanto ci riguarda non siamo interessate ad entrare in discussioni e meccanismi che noi non abbiamo determinato e i cui risultati avevamo per tempo previsto e segnalato.
Così come è stato finora, crediamo sia utile per tutte/i noi - donne e uomini che hanno sostenuto la campagna del Comitato 50e50, associazioni, istituzioni di parità - mantenere una distanza critica per preservare la bellezza della costruzione di un percorso politico autonomo, svincolato dalle dinamiche perverse di una discussione politica propria dei partiti che - tra l'altro - a noi ha riservato soltanto sberle, insulti, umiliazioni. Se il nuovo Presidente della Regione Puglia dismetterà i panni paternalistici (o da sultano, fate voi) non potrà averne altro che un guadagno e vedrà quanto avrà da imparare e quante altre sollecitazioni (anche sullo Statuto Regionale, che noi abbiamo profondamente studiato ed analizzato criticamente) potranno venirgli da un sapere collettivo che il Comitato50e50 ha costruito in questi anni. 
Invitiamo, inoltre, a non confondere stili e modalità delle singole associazioni con quelli del comitato 50e50 nel quale ci sono - necessita ricordarlo, evidentemente - donne di provenienze politiche diverse. Il rispetto della storia di ciascuna di quelle donne è il primo passaggio politico necessario. 
Rossana Ruscelli de Pietro, Rosy Paparella, Generale Ice, Luisa Giorgio, Florio Giulia, Dalena Vaccaro, Wanda Lograno, Patrizia Snoopy Morisco, Pasqua Manfredi, Alba Lupoli, Stati Generali delle Donne, Lorena Saracino, Anna Simone, Antonella Masi, Teresa Masciopinto, Annarita Lupoli, Magda Terrevoli.

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