L’anno è il 2013, il
luogo Bari, la regione Puglia.
Una Regione ed una Città definite laboratori di politiche
nuove, inclusive; Bari: la città
dell’onda che, dieci anni fa, tutto avrebbe sommerso e rinnovato, La Puglia che
è nell’immaginario collettivo la regione in cui maggiormente si è investito in
saperi e tecnologie innovative.
Dall'11 al 18 ottobre 2013 a Bari si ragionerà di futuro, di
"cambiare il futuro”, un tema esaltante
in cui si esporrà la volontà di
rigenerazione di disegnare nuove
prospettive nuovi paesaggi. Una
discussione importante probabilmente ricca di spunti e di sollecitazioni che
vedranno (dovrebbero vedere) impegnate le menti più feconde
della società contemporanea. Chi sono le menti che parteciperanno? 14 uomini su 14. Per giunta in un'iniziativa che prende il via nella Giornata Internazionale della Bambina e della Ragazza, che quest'anno ha a tema "l'educazione delle bambine". Non è uno scherzo. Ecco l'elenco che fornisce Repubblica:
2. il Sindaco
Michele Emiliano sul tema: “I Sud sono un plurale e anche noi
dobbiamo imparare ad abbandonare il singolare" [ma non il solo-maschile, ndr].
3. il Nobel
per l'Economia, Eric Maskin
4. il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio
Visco
5. il Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini
6. il Ministro della Cultura, Massimo Bray
7. il
direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli
8. Corrado Augias
9. Giuseppe Guzzetti
10. Tullio De Mauro
11. Giuseppe Laterza
12. Nichi Vendola, Presidente della regione Puglia
13. Marino Sinibaldi
14. Erri De Luca
Le figure preminenti sono 14 uomini su 14. Non è uno scherzo: a
ragionare di futuro (anche se negli eventi collaterali di discussione sono presenti anche alcune figure femminili) le donne non ci saranno, non avranno parola.
La Puglia, la terra in cui
per la prima volta si è indagato sui desideri delle donne in una bellissima
ricerca dell’istituto di ricerca sociale comunicazione e formazione Labodif
che di fatto ha svelato la differenza
sprigionando energie e desideri.
La Puglia che ha prodotto leggi importanti come la 7/2007 per munirsi di
strumenti legislativi che potessero sostenere la presenza delle donne nella
vita pubblica e privata, la Puglia che si è mobilitata in una grande raccolta
di firme per cambiare una legge elettorale che continua a portare in Consiglio
regionale un spaventosa presenza maschile
e che proprio in quel contesto, con un voto vergognosamente segreto, ha visto cancellare tutto il lavoro di
relazione costruito nei tanti luoghi di
confronto e discussione.
Le donne continuano a non esserci,
non ci sono nei luoghi del potere, non ci sono nei luoghi della
politica, le donne assenti anche nei luoghi in cui si ragiona di futuro
Abbiamo scoperto di essere invisibili, e le sporadiche eccezioni non
mutano il panorama.
Ci siamo
svegliate scoprendo una società cieca che ha scelto volontariamente di farne a
meno, una società ed una politica scioccamente suicida.
Che sul futuro si esprimano esclusivamente degli uomini, fingendo di rappresentare un
mondo fintamente neutro, non è solo un dettaglio grammaticale: maschile/femminile non hanno la stessa voce,
essere maschi o essere femmine comporta necessariamente, per gli uni e
per le altre, percezioni e umori nascosti molto diversi. È una diversità ovvia,
quella tra i maschi e le femmine, che viene prima e attraversa tutte le altre.
Ma se viene negata, si nega la possibilità di realizzare appieno la propria
natura, di femmine e di maschi.
A Bari a parlare di futuro le donne non ci saranno e non
ci saranno i loro racconti, i loro desideri, il loro punto di vista. E questo non farà del male solo alle donne ma
all’intera società che continuerà ad esprimersi con una sola voce: quella
maschile.

Sarà un danno
per tutti e tutte.
E non sarà una risarcitoria presenza dell’ultimo minuto che potrà modificare
l’assenza.
Il dato più sconfortante è la coscienza che nulla è
modificato in una terra che molto voleva cambiare.
Magda Terrevoli