A PROPOSITO DELLA
NOMINA DEL PROF. FILIPPO MARIA BOSCIA A RESPONSABILE DEL DIPARTIMENTO
MATERNO-INFANTILE DELLA ASL BARI
La Legge 194 ha 35 anni, è stata confermata da un referendum e da varie sentenze della Cassazione che hanno respinto i numerosi attacchi e tentativi di svuotarla.
Vale la
pena fare questa premessa perché abbiamo la sensazione che, quando
si affrontano questioni che riguardano la salute delle donne e il
loro diritto/scelta/libertà di decidere, le enunciazioni di
principio si sprecano e i dati di realtà vengono (colpevolmente o
per ignoranza) oscurati.
Spiace
dunque dover ricordare al Dott. Luigi D’Ambrosio Lettieri- Senatore
della Repubblica – che le leggi vanno rispettate nei fatti, cioè
applicate e non solo incensate.
Conseguentemente,
una legge dello stato italiano –quale è la Legge 194– va
applicata anche all’interno della ASL di Bari.
Siamo
preoccupate per la scelta che la Direzione Generale della ASL BA ha
compiuto assegnando al Prof. Filippo Boscia la responsabilità del
Dipartimento Materno-Infantile per alcune semplici ragioni, non solo
politiche: ci sembra, infatti, che questa nomina rischia di
insabbiare i processi applicativi della Legge 194.
Spieghiamo
perché:
- nelle Linee guida sui Punti nascita, varati dal Ministro Fazio, si ribadisce che l’abbattimento del numero dei parti cesarei –oltre che la chiusura dei punti nascita inefficienti– costituiscono criteri valutativi essenziali dell’operato dei Direttori di Unità Operative Complesse e dei Direttori Generali delle ASL;
- ancora soltanto pochi giorni fa la Ministra Lorenzin ha correttamente recepito le preoccupazioni sollevate da 9 mozioni presentate alla Camera dei Deputati da altrettanti gruppi parlamentari ed ha sostenuto con forza il principio che l’obiezione di coscienza non può assolutamente essere ostativa alla applicazione della Legge 194. Vale dunque la pena ricordare a tutti –e in primis al Direttore Generale della ASL Bari, dott. Colasanto– che presso l’Ospedale Di Venere, diretto in questi anni dal prof. Filippo Boscia il tasso di parti cesarei è il più elevato dell’intera ASL BA e il numero di interventi di interruzione di gravidanza è praticamente inesistente. Quindi, detto con il linguaggio della valutazione manageriale: il Prof. Boscia non poteva fare peggio!!! Sono questi dati nudi e crudi che ci fanno disapprovare la scelta fatta dalla Direzione Generale della ASL. A questa contrarietà si aggiunge quella legata alla decisione che la Direzione Generale della ASL Ba ha assunto per tentare di risolvere il problema che si è determinato dopo la scelta del personale dell’Ospedale San Paolo di Bari di dichiarare l’obiezione di coscienza e che ha determinato una sostanziale interruzione del servizio di IVG nel pubblico a Bari. La Legge 194 prevede che il servizio di interruzione di gravidanza deve essere incardinato all’interno di un reparto di Ostetricia e Ginecologia con spazi dedicati all’uopo. Pertanto, la scelta operata in questi giorni dalla Direzione Generale della ASL BA di prevedere un presidio per le IVG presso l’Ospedale di Triggiano (ospedale privo di reparto di degenza e di Rianimazione) si pone automaticamente contro la Legge 194 perfino in quella parte applicativa dell’aborto medico (RU486) per il quale il precedente Governo a guida del centro-destra ha previsto un ricovero ordinario. A questo punto sorge una domanda: perché non organizzare il Servizio di IVG presso gli ospedali Di Venere e San Paolo che sono nelle condizioni logistiche idonee a garantire l’applicazione della Legge 194? Questo soltanto ci preme: la corretta applicazione di una legge dello Stato italiano per consentire alle donne di poter scegliere sul proprio corpo e sulla propria vita in maniera libera e consapevole. Non siamo contrarie alla nomina perché il Prof. Boscia si dichiara cattolico; lo siamo perché si è pervicacemente impegnato negli anni per creare una situazione in cui di fatto la Legge 194 viene –qui sì con “insopportabile pregiudizio”- sistematicamente disapplicata e quindi violata.
- UnDesiderioInComune - Bari
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