sabato 29 novembre 2014

Generare culture non-violente: il solo modo per andare alla radice della violenza contro le donne e contro la Terra

Torna Generare culture nonviolente: che dal 25 novembre sta percorrendo tutti i quartieri di Bari per sensibilizzare alla condivisione di una cultura nonviolenta e rispettosa delle donne e delle differenze, contro ogni forma di discriminazione e sopraffazione. Il 29 novembre 2014, dalle h. 16, un corteo colorato di rosso prenderà le mosse da Piazza del Ferrarese, dirigendosi verso Piazza Umberto
Vero: serve generare culture nonviolente - ricordando che, per farlo, si deve anche andare alla base della relazione e combattere il sessismo che sta alla base di tutta la nostra educazione. E aggiungiamo: iniziare a connettere il sessismo violento alla visione violenta che, alla base di ogni sopraffazione, sta anche distruggendo il Pianeta.
A Bari, a corollario, nella settimana dal 25 al 30 novembre,  circa 50 eventi tra laboratori, spettacoli, campagne di comunicazione e sensibilizzazione, momenti di riflessione ed approfondimento dedicati ad adolescenti e adulti, famiglie, cittadine e cittadini.

Generare culture nonviolente (promossa da Ass. al Welfare del Comune di Bari e da Ufficio del Garante dei Diritti dei Minori della Regione Puglia), si deve alla collaborazione fra quasi 100 organizzazioni e istituzioni cittadine già impegnate contro discriminazioni e violenze: 
AIECS, Action AID Bari, AMNESTY INTERNATIONAL, Andrea Cramarossa/Teatrodellebambole, Arcigay Bari "Liberi di essere, liberi di amare", Arcilescbica Mediterranea Bari, Arterà-Centro d'arte polivalente, Associazioni: Antimafie Rita Adria Presidio Bari, A Mick, Fotografi di strada, Giraffa Onlus, In_Storie, Incontra, Kreattiva, Meridie, Micaela, Punti Cospicui, Scuola Cani Salvataggio Nautico, Biblioteca dei ragazzi e delle ragazze, Binario Rosa (Ass.I.Me.Fa.C., ASL Ba, Associazione Nazionale Magistrati, Azienda Ospedaliera Policlinico), CAF e CAP: “Orizzonti” Palese/S.Spirito/Catino/San Pio, Carbonara Don Tonino Bello Carbonara/S.Rita/Ceglie/Loseto, Carrassi/S. Pasquale/Mungivacca/ Madonnella, Japigia/ Torre a Mare, Libertà/ S.Girolamo/ Fesca/ Marconi, Picone/ Poggiofranco, San Nicola/ Murat, San Paolo/Stanic, Caritas Bari, Centri diurni del Comune di Bari, Centro antiviolenza La Luna nel Pozzo, Centro di Documentazione e Cultura delle Donne - Dipartimento dei Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione - Centro Interdipartimentale di Studi sulla Cultura di Genere, Centro diurno Carmine, Centro interdipartimentale di studi sulla pace “Giuseppe Nardulli”, Comitato Pari Opportunità ordine degli Avvocati Bari, Comitato pari opportunità Università degli Studi di Bari, Commissione Consiliare Servizi Sociali Comune di Bari, Commissione Pari Opportunità  Legacoop Puglia, Commissione Pari Opportunità Comune di Bari, Commissioni servizi sociali Comune di Bari,, Consiglio Regionale della Puglia, Consorzio Meridia, Coop soc. Operamica in collaborazione con Comando Compagnia Provinciale Carabinieri/sezione territoriale, Istituto Scolastico Calamandrei/Elena di Savoia, comprensorio De Marinis, comprensorio Luccarelli Manzoni, Comitato Provinciale C.R.I,  A.I.E.C.S; CAF/CAP don Tonino Bello, Coop. soc.: "I Bambini di Truffaut", A Piccoli Passi, C.R.I.S.I., CAPS, Gea, Il nuovo Fantarca, Itaca, Occupazione e Solidarietà, Operamica, Progetto Città, CSED Volto Santo, Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione – Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Donne con la F maiuscola, Edizioni La Meridiana, Eva Contro Eva Associazione, Fidas, Fondazione Giovanni Paolo II – ONLUS, Fotografi di Strada Associazione, Indossostorie, Maschile Plurale Associazione nazionale / Gruppo Uomini in gioco Bari, Movimento non violento in Puglia, Municipi Comune di Bari, Osservatorio Paola Labriola, Progetto A.I.R.A. – Azioni Innovative Rete Antiviolenza, Progetto Avanzi Popolo, Progetto GIADA, Progetto Di che genere sei?, Progetto POESIA IN AZIONE, PROGETTO informale di diffusione della lettura, Rete della conoscenza, Servizi Sociali Territoriali, Servizio di Psicologia Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII – Bari, Suore Alcantarine, Tavolo tecnico LGBTQI, Ufficio di piano Comune di Bari, Ufficio Minori Comune di Bari, Un desiderio in comune, Università degli Studi di Bari

martedì 4 novembre 2014

In Puglia è necessaria una legge elettorale regionale nel rispetto della rappresentanza di genere

Chiediamo di sostenerci in tutta Italia: vogliamo (anche) in Puglia una legge elettorale regionale non anacronistica. Per aiutarci, firmate e diffondete la petizione che trovate a QUESTO LINK.
Queste le modifiche che chiediamo di introdurre per far si che in ogni lista nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura superiore al 50%:
1. La lista che non rispetti questa percentuale non deve essere ammessa
2. In tutti i programmi di comunicazione politica si deve assicurare la presenza paritaria di candidate/i. Nei messaggi autogestiti candidate e candidati devono apparire con pari evidenza 
3. L’elettrice/tore può esprimere 1 oppure 2 voti di preferenza: qualora ne esprima due, queste non possono essere dello stesso sesso (e in tal caso la seconda è annullata).

In VII Commissione regionale Puglia è attualmente in discussione la nuova legge elettorale e, grazie ad alcuni emendamenti, si potranno nuovamente introdurre modifiche per un maggiore riequilibrio di genere in Consiglio regionale. Ma non sarà facile: la Commissione, composta da tutti uomini, tenterà nuovamente di boicottarli con il meccanismo del voto segreto! 
Per questo chiediamo a tutte le italiane e gli italiani di sostenerci in questa battaglia, unendosi a noi nel chiedere con forza al Consiglio regionale della Puglia di ripristinare i principi democratici di rappresentanza paritaria sanciti dalla Carta costituzionale e ancora oggi inattuati.
Un Consiglio regionale composto da soli uomini non è rappresentativo, ed è contro il concetto stesso di democraziaGià 3 anni fa ben 30mila pugliesi presentarono al Consiglio regionale una Legge d’iniziativa popolare che avrebbe introdotto la doppia preferenza. Questo nel rispetto dell’art. 117 della Costituzione italiana, ove recita: Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive

Ma, nonostante quella proposta di Legge avesse raccolto il doppio delle firme richieste, fu clamorosamente bocciata con voto segreto dal nostro Consiglio Regionale al maschile.

Non consentiamo che questa farsa si ripeta: sosteneteci da tutta Italia, sostenete la nostra petizione.


lunedì 27 ottobre 2014

Consideriamo incompleto un Consiglio regionale costituito solo da uomini

Mercoledì 29 ottobre Conferenza stampa: 
Donne e legge elettorale” 
Ripartiamo dalla rappresentanza e dalla democrazia paritaria
h. 12,00,  presso Consiglio regionale della Puglia (Sala Finocchiaro, 1 piano; via Capruzzi 212 – Bari)












  • Può un Consiglio regionale essere composto da soli uomini?
  • Può una legge elettorale regionale di prossima approvazione non prevedere quegli strumenti normativi utili a favorire la rappresentanza di genere all'interno delle istituzioni?
  • Può esercitare il proprio importante ruolo un Consiglio regionale tutto al maschile in una regione abitata da donne e uomini?











Per evitare tutto questo, e per dare valore alle 30.000 firme raccolte in Puglia a sostegno della parità di genere, l'europarlamentare Elena Gentile, l'assessora Alba Sasso, la consigliera Annarita Lemma, la Consigliera di parità regionale Serenella Molendini e la portavoce del Comitato 50/50 Magda Terrevoli, presenteranno  le iniziative che saranno messe in campo insieme a tutte le donne pugliesi.

La volta scorsa la legge è stata stroncata ricorrendo al voto segreto. Noi invece non abbiamo bisogno di nasconderci; col volto scoperto vi aspettiamo, tutte e tutti.’
Magda Terrevoli

domenica 26 ottobre 2014

Femminicidio: un incontro a Santeramo

La notizia nella notizia, in questo caso, è forse che il termine femminicidio sta finalmente penetrando nella cultura e nell'anima. Martedì 28 ottobre 2014 a Santeramo, l'incontro “Il Femminicidio: il coraggio di rompere il silenzio”,  nel ricordo di Santa Scorese, che fu vittima di stalking e assassinata dal suo persecutore, su cui oggi è aperta una causa di beatificazione, e che è ormai soprannominata Santa delle perseguitate.
Appuntamento h. 18.30, a Palazzo Marchesale. Organizzato da Lions Club di Santeramo in Colle, con la libreria “L’edicola di via Roma”, il club Femminile dell’Amicizia e l’associazione CittadinanzAttiva.
Interverranno Rosa Maria Scorese (sorella di Santa Scorese), l’avv. Gabriella Eletti (penalista del Foro di Bari) e Nicola Bonvino (responsabile del Centro Diagnostico Terapeutico della Casa Circondariale di Bari); inoltre Francesca Santoro (pres. del Lions Club di Santeramo), Angela Disanto (Club Femminile dell’Amicizia di Santeramo), Mino Ferorelli (CittadinanAttiva Santeramo) e Giusy Ritrovato (della libreria “L’edicola di via Roma”).

giovedì 9 ottobre 2014

Locali per soli uomini: un libro per non perdere il filo

Un libro che aiuta a capire i meccanismi della esclusione ancora vigente per intraprendere nuovi percorsi prammatici e normativi "Locali per soli uomini", come per i vecchi pub inglesi, è la calzante espressione con cui definiamo i luoghi decisionali al maschile. 

E quello che vi presentiamo è il racconto della strada già percorsa e da percorrere sulla rappresentanza di genere in Italia. Certe che non basti e che serva una seria autoriforma della politica..



l'autrice è Francesca Laforgia, avvocata che ha seguito dall'inizio e con tutte le donne di Puglia il difficile ed oscuro percorso per una rappresentanza degna di questo nome.

mercoledì 2 luglio 2014

Rubato a Bari il furgone #Librolab, il #Librolab riparte

Servono anni per costruire, un istante per distruggere? Vero. Ma questo non non ha mai scoraggiato i ricostruttori. Il che ci faccia capire quanto l'opera di creatività e di ri-costruzione sia tenace e inarrestabile, appassionante, quanto valga la pena di partecipare.  A Bari rubato il sogno della libreria itinerante per bambini, le sognatrici di Librolab non si arrendono.
Venerdì 4 luglio 2014, al Parco di Punta Perotti, dalle h. 18.00 laboratorio di lettura e non solo; mancheranno il furgoncino Doblò bianco e il suo grande tappeto di cuscini colorati. Ma ci saranno i libri, il coraggio, l'anima e la Bellezza. Anche senza il furgone, scrivono le ragazze di Librolab, ci saremo noi, le due anime di LibroLab pronte a sancire un nuovo inizio di questa fantastica avventura; il kamishibai si aprirà per leggervi una storia, la nostra storia scritta appositamente per l'occasione. Vogliamo continuare a regalare sogni ai bambini attraverso la lettura, un cammino che, per proseguire, ha bisogno di tutti, a partire dalla necessità di raccogliere i fondi per ricostituire la libreria itinerante. Aiutateci nella divulgazione. Partecipate ed invitate a partecipare, condividete il più possibile.

Ai ladri del furgone bianco, un Doblò Cargo Fiat del 2004 targato CN141XF, diciamo: fatelo ritrovare, e portate i vostri bambini a festeggiare il ritrovamento. 
Lì, anonimi fra sconosciuti, vi sentirete fra amici e felici come non siete stati mai. Scommettiamo? 

Per contatti e proposte, chiamate il numero 329-1753349 • Qui la pagina fb • e-mail info@librolab.it

lunedì 9 giugno 2014

Le Donne hanno una casa a Bari! E' la prima Casa delle Donne del Sud-Italia

A Bari le donne hanno una casa: è la Casa delle donne del Mediterraneo.

Il 6 giugno 2014, alle ore 11.00 presso la sala Consiliare del Comune di Bari, è stato firmato il protocollo d'intesa tra l' Assessora al Patrimonio, Titti De Simone, e gli Stati generali delle donne, per l'affidamento di uno spazio pubblico a partire dal quale far nascere la "Casa delle donne del mediterraneo".

La sede individuata è nel quartiere Madonnella di Bari un quartiere popolare ma vicino al centro della città, multietnico e particolarmente accogliente. Il luogo nei pressi del mercato coperto, in una zona quindi di particolare vivacità e ricco di presenze femminili.

Il Progetto di una casa delle donne a Bari ha una storia lunga anni, ed è stato argomento centrale della nostra tre giorni di convocazione degli Stati generali ad Aprile 2014.
Ci siamo impegnate nel dare seguito alle progettualità emerse, ribadendo l'indispensabilità di un luogo in cui le donne della città possano continuare a crescere nel dialogo, nel confronto, nella partecipazione, ci siamo comunicate l'esigenza di perseguire prioritariamente il progetto di "costruzione della nostra casa" e ci siamo aggiornate sulla richiesta inoltrata all' Assessora al Patrimonio che negli ultimi mesi si è occupata di censire beni pubblici da destinare a scopo sociale e che ci ha indicato eventuali sedi possibili, in attesa della strutturazione da parte del Comune di procedure per l'affidamento gratuito di beni pubblici e la creazione di spazi di democrazia partecipata.
Gli Stati Generali, con la firma del protocollo di affidamento, si impegnano a dar vita ad un laboratorio di progettazione partecipata aperto ad ogni associazione femminile e ad ogni donna della città con lo scopo di valorizzare e mettere in comune ogni esperienza nel solo interesse della crescita della cultura della partecipazione, del bene comune, del rispetto delle differenze.
Scopo ultimo è quello di coltivare il percorso che porterà tutte noi, insieme, alla costruzione della Casa delle Donne del Mediterraneo

Protocollo d'intesa tra Amministrazione Comunale di Bari e Stati generali delle donne

• Tenuto conto che L'Amministrazione Comunale di Bari intende favorire la creazione di luoghi utili a favorire la partecipazione attiva delle donne alla vita sociale ed culturale della città;
• Consapevole che tale luogo dovrà essere la casa per la promozione del rispetto e della convivenza delle diversità, la casa in cui formare la pubblica opinione contro ogni forma di discriminazione, la casa in cui ricostruire quel senso di comunità spesso perso nelle grandi città;
• Preso atto che nella nostra città è in corso un movimento di partecipazione denominato “Stati Generali delle Donne”, un comitato di fatto, spontaneamente costituitosi, composto da donne di varia provenienza e attive nell’associazionismo, negli organismi di parità, nel comitato “50/50” (promotore del ddl di modifica della legge elettorale regionale, respinto), o in ogni caso impegnate nella promozione delle pari opportunità,

L’iniziativa di lancio è consistita nella convocazione di tre giorni di lavori – tenutisi, come innanzi accennato, dal 2 al 4 aprile 2014 – durante i quali si sono svolti diversi workshop, incontri ed assemblee di donne, all’esito dei quali sono stati prodotti dei primi documenti che hanno delineato La Città delle Donne, la città di tutte e tutti. A tale iniziativa hanno partecipato oltre duecento donne ed alcuni uomini, che oggi sono in rete.
Obiettivo comune immediatamente condiviso è stata la necessità di una sede fisica che possa costituire un punto di riferimento e un luogo di confronto permanente per le donne della città.
Un luogo, che possa colmare quel vuoto rispetto alle altre città italiane ed europee, uno spazio per la trasmissione costante di esperienze e conoscenze, un luogo capace di dare valore a tutte le differenze rivenienti dalla cultura d'origine, dall'età anagrafica, dalla condizione sociale, dall'orientamento sessuale, dalla posizioni culturali e politiche.
Un luogo, una casa a disposizione delle associazioni formali ed informali presenti nella città, un luogo di comune progettualità delle donne che non appartengono a nessuna associazione. La “Casa delle donne del Mediterraneo”: luogo di scambio e di accoglienza di culture altre, generatrice di integrazione e mitigatrice della paura del diverso, dell’altro.

Nel solco di quanto premesso, ritenendo di alto valore sociale e culturale il processo partecipato innestato dagli Stati Generali delle donne, l'Amministrazione Comunale intende affidare, in via temporanea, la gestione degli spazi siti in piazza Balenzano presso il mercato coperto, agli Stati Generali delle donne, per favorire il processo virtuoso da loro innestato e riconoscendo l'alto valore dell'impegno quotidiano delle donne di questa città.

lunedì 19 maggio 2014

Le nostre donne alle Europee: Teresa Masciopinto

Penso sia giusto parlare delle donne che si stanno candidando dopo aver condiviso pensieri ed azioni con le altre donne del territorio.

Queste donne vanno sostenute perchè il loro desiderio di cambiamento ha profonde radici in tutto il lavoro che in Puglia è stato fatto: dalle azioni contro le Giunte comunali tutte composte da uomini, alla mancata presenza delle donne  nelle Aziende municipalizzate, dalla proposta di legge di modifica della legge elettorale regionale, alla costruzione di processi partecipati per la scrittura di leggi attente anche del punto di vista delle donne: contro la violenza e per la trasformazione del mercato del lavoro,dalle azioni per favorire l'ingresso del concetto di differenza in tutte le amministrazioni pubbliche locali alla promozione sul territorio della cultura della differenza. Sono donne che fanno parte di  una rete e che portano nel loro impegno politico tutta la nostra storia.
Una di queste donne è Teresa Masciopinto candidata per le elezioni europee nella lista "L'altra europa con Tzipras" collegio sud.

Laureata presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bari e specializzata in diritto minorile. Dal 2008, è responsabile Culturale Area Sud di Banca Popolare Etica di cui è stata socia fondatrice. Dal 2005 al 2013 è stata giudice onoraria presso il Tribunale per i Minorenni di Bari. Come volontaria, è responsabile dell'area servizi e promozione sociale della Fondazione Giovanni Paolo II onlus che opera a Bari per la riqualificazione delle periferie. Ha firmato tra i primi il Manifesto per un Soggetto Politico Nuovo ed è attualmente referente di ALBA (Alleanza Lavoro Beni Comune Ambiente) in Puglia. E' anche socia fondatrice dell’associazione Undesiderioincomune di Bari che si occupa di politiche di genere e di contrasto ad ogni forma di violenza. Ha preso parte al Comitato pugliese “Doppia preferenza mai più senza 50 e 50%” per la proposta di legge di iniziativa popolare in materia di riequilibrio della rappresentanza di genere nelle elezioni del Consiglio regionale e Presidente della Regione.



mercoledì 14 maggio 2014

Donne e lavoro attraverso la crisi: in cerca di evoluzioni positive

Secondo i dati occupazionali di questi ultimi anni di crisi, mentre l’occupazione ufficiale maschile è in continua discesa, emerge una tendenza alla crescita dell’occupazione femminile: un dato sorprendente che va indagato per capirne di più. Letizia Carrera (ricercatrice di Sociologia generale all'Università degli Studi Aldo Moro) ha svolto in merito una accurata ricerca condotta sia sui dati statistici sia indagando tramite interviste su un campione di donne pugliesi, in prevalenza baresi. Uno studio da cui è nato un libro, che verrà presentato oggi, 15 maggio, a Bari.
Alle h. 17,30, al Centro Interculturale Abusuan (Strada Vallisa, 67/68), con l'autrice dialogheranno Anna Lepore (segretaria CGIL Bari), l'economista Vito Peragine e l'editore Gino Dato.
Il libro racconta come, a causa della crisi che ha sottratto lavoro a tanti uomini mettendo in difficoltà le famiglie, molte donne che prima non lavoravano si sono attivate per la necessità di sopperire alle sopravvenute carenze economiche: diventando a volte le uniche garanti del reddito familiare. Dedicando un capitolo non solo alle modalità di difesa dell’occupazione già conquistata in questa fase contingente, ma agli strumenti per crearne di nuova: sia per le donne sia per gli uomini. Un processo in cui, in molti modi, può contribuire attivamente anche una buona amministrazione comunale, agendo soprattutto sulle politiche di welfare urbano e altri fattori di contesto. Ci auguriamo dunque che fra gli amministratori ci sarà chi vorrà mettere a frutto le conoscenze e indicazioni che da questo libro possono uscire. 

venerdì 2 maggio 2014

Il TAR di Bari accoglie i ricorsi delle donne di Puglia contro le nomine tutte al maschile nelle Aziende Municipali




I ricorsi presentato nel 2011 da Serenella Molendini (Consigliera Regionale di Parità), da Magda Terrevoli (presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità), e da alcune associazioni di Bari tra cui Un desiderio in Comune, Centro documentazione donne, contro il Comune di Bari, per l'assenza di donne nelle due società partecipate Amgas srl e Amiu spa, sono stati accolti!
Il Tar Puglia ha annullato due decreti del 2011 con cui il sindaco di Bari, Michele Emiliano, aveva nominato i componenti dei Cda e dei collegi sindacali di Amgas e Amiu
La motivazione si basa sulla immediata precettività dell'art. 51 e 3 della Costituzione e art. 267/2000, peraltro recepita a livello comunale nello Statuto, nel Regolamento ed anche negli indirizzi del Consiglio comunale: precettività che poteva essere disattesa dal Sindaco, data la natura fiduciaria dell'incarico, solo a fronte di una motivazione rafforzata, nel caso inesistente. Oggi, poi, momento in cui si fanno le nuove nomine, è applicabile anche la legge sulle società quotate in borsa: all'epoca non applicabile perché non ancora in vigore. 
Dopo le nostre battaglie contro le Giunte al maschile, oggi annoveriamo un'altra grandissima vittoria delle donne di Puglia! Al Collegio degli avvocate/i Pellegrino, La Forgia, Blonda un grazie da tutte noi. 

Cosa sono gli Stati Generali delle Donne? chi sono? cosa vogliono?

Come rispondere alla domanda cosa sono gli Stati Generali delle Donne

Non è facile definirli con gli strumenti e la semplificazione di cui oggi disponiamo.
Non siamo un nuovo partito, non siamo un gruppo di potere; stiamo costruendo quello che Virginia Woolf definiva "una stanza tutta per sé."
Mi accorsi di una calma completa, di una totale sospensione del traffico. Nessuno passava per la strada. Una foglia si distaccò da un platano all'angolo della strada , e cadde in mezzo a quella pausa e a quella sospensione. Era come un segnale che cadeva qualcosa che indicava una forza trascurata e nascosta. (Virginia Woolf )
La Puglia, la mia terra, ha edificato solidi muri per la sua costruzione. Abbiamo costruito percorsi e riflessioni, che si dilatano nel tempo, dalle prime ragazze degli anni 70, tra le quali Agnese De Donato che fondava la rivista Effe, prima rivista femminista in Italia, agli ultimi anni in cui si è tanto lavorato indagini raccolte di firme per leggi di iniziativa popolare, riflessioni, ed azioni.
Progetti nuovi, ricerche nuove, per comprendere meglio il paesaggio che stavamo animando. Collaborazioni, confronti, dibattiti con donne ed uomini che avevano intrapreso il nostro stesso cammino. Abbiamo lavorato alla costruzione di fiducia e di appartenenza.
Ci siamo riempite i cuori con le tante autorevoli dichiarazioni che proclamavano la giustezza e la bellezza del nostro agire.
E mentre il nostro racconto, le nostre azioni rimanevano circoscritte nel mondo delle belle intenzioni abbiamo assistito alla trasformazione dei sogni delle nostre figlie che rifiutavano il pensiero delle madri per apparire, uniformarsi riuscire e soddisfare un mondo stereotipato, disegnato e costruito sui desideri degli uomini.
É vero ci sono ormai tante donne in tutte le professioni; ma quanto sono riuscite a modificarle o quante si sono adeguate, non apportando nessun cambiamento in ottica di genere ? Ci serve tutto questo? Serve alla nostra terra sempre più triste, sempre più povera, sempre più violenta? E di questa violenza quanto le donne stanno subendo?
Ed il nostro desiderio di partecipare alla costruzione politica di una nuova Puglia quanto può ancora essere violentato da una partecipazione spesso esclusivamente estetica?
Ecco cosa sono Gli Stati Generali: sono il tetto di quella stanza tutta per noi che stiamo costruendo!
Una stanza per tutte e per tutti!
Magda Terrevoli

lunedì 7 aprile 2014

Documento finale degli stati generali delle donne di Bari: Patto fra donne di lealtà e di responsabilità

Stati Generali delle Donne • Bari 2,3,4 aprile 2014

“Gli Stati generali delle donne” si sono chiusi portando a termine il lavoro che le donne che vi hanno partecipato si erano proposte. Nelle tre giornate di lavoro e studio più di 200 donne si sono iscritte ai tavoli e oltre mille followers hanno seguito i lavori attraverso la pagina facebook degli Stati generali. Si tratta di un risultato storico, specie se contestualizzato nella crisi attuale di paradigmi e di rappresentanza, che un tale numero di donne della sola città di Bari e di ogni colore politico con passione si sia confrontata a tempo pieno sui temi della politica.
Questo appuntamento ha permesso nella tre giorni di fare anche informazione e formazione politica, di approfondire i meccanismi della cultura della partecipazione. C’è stata la possibilità di ascoltare il confronto di opinioni differenti e il percorso condiviso ai tavoli di lavoro ha portato alla costruzione de “La città delle donne”: la città di tutte e di tutti. Per i tempi brevi di implementazione dell’iniziativa, cominciata appena l’8 marzo scorso, si tratta di risultati sorprendenti.
Gli Stati generali, come chiarito nelle premesse, intendono porre all’attenzione della cittadinanza, dei candidati sindaci, dei partiti, anche un elenco di possibili candidate che si sottoporranno al vaglio elettorale. Si tratta di donne che hanno partecipato agli Stati generali, che hanno creduto in questa iniziativa, che hanno sottoscritto un “patto di lealtà e di responsabilità” che non si concluderà qui, ma intende continuare anche per le prossime regionali e a seguire, per le politiche.
Fra le proposte c’è chi ha già scelto di candidarsi, chi sta scegliendo in queste ore, chi viene segnalata dagli Stati generali per favorire questo percorso.
Intanto,la pagina facebook de Gli Stati generali si arricchirà nei prossimi giorni dei punti del programma de “La città delle donne” e dei video di qualche minuto realizzati da ciascuna delle candidate per promuovere il proprio profilo agli oltre mille followers che hanno seguito la manifestazione in questi giorni.
Nel patto di lealtà e di responsabilità” che le donne hanno stretto e firmato c’è, fra l’altro:lavorare per la realizzazione del programma de “La Città delle donne”
  1. non interrompere il filo costruito in questi giorni partecipando a riunioni periodiche indette dal coordinamento de “Gli Stati generali” per la verifica dell’attuazione del programma,
  2. disconoscere qualsiasi meccanismo di abbinamento fra candidati che presupponga una sudditanza delle donne rispetto ad un candidato uomo.
  3. inoltre Il “patto di lealtà e responsabilità” impegna le candidate, per tutta la campagna elettorale e nel prosieguo nell’attività amministrativa che auspichiamo veda la presenza di molte donne, ai principi della massima trasparenza, sobrietà nell’uso delle risorse, massimo coinvolgimento e capacità di sussunzione delle istanze della cittadinanza e, per quanto ovvio, rispetto assoluto della legalità.

Di seguito il programma de La Città delle donne e l’elenco delle donne che segnaliamo.

Il programma de “La Città delle donne, la città di tutte e di tutti”

Benessere sociale equo e solidale
è emerso che l’attuale crisi rende sempre più pressanti le richieste che arrivano dai soggetti deboli (bambini, anziani, indigenti, separati) e i servizi messi a disposizione fino ad ora diventano ogni giorno più insufficienti. Vista la scarsezza di fondi è necessario, allora, oltre alle azioni ordinarie mettere in campo politiche sperimentali già in atto in altri Comuni d’Italia che permettano il coinvolgimento attivo della popolazione e della classe dirigente tutta, a partire da quella imprenditoriale, che viene chiamata ad un atto di responsabilità.
Sotto i riflettori ci sono le proposte per arginare il fenomeno della violenza sulle donne, in crescita costante. Gli interventi innovativi che vedono la creazione di condomini solidali (case messe a disposizione a basso costo per i separati in difficoltà), food sharing (una sorta di albo di raccolta di fornitori e privati per la raccolta di cibo), la promozione delle social street, strade sociali, appunto, nelle quali i condòmini svolgono pratiche di buon vicinato, interventi di counceling. E’ necessario anche incrementare il numero di asili anche aziendali o interaziendali o tra consorzi di imprese, per integrare il numero di quelli già esistenti, a fronte di sgravi fiscali. Un riflettore va acceso sul centro sociale di Bari vecchia che le stesse donne della città hanno denunciato essere in sostanziale stallo. Per i minori e adolescenti va attivato un servizio che aiuti a gestire l’uso di internet con corsi genitore/figlio. E ancora spazi aggregativi e altri punti che troverete nelle schede.


Governo della città e costruzione partecipata e trasparente della decisione
Il tavolo ha ragionato sui metodi. Il punto di partenza è la crisi di rappresentanza e della politica. Le donne pagano particolarmente la crisi dei corpi intermedi (leggi partiti) perché hanno una modalità diversa della raccolta del consenso. Gli uomini in politica tendono a operare per moltiplicare il loro consenso personale, è emerso invece che le donne si approcciano alla politica con l’ottica del riconoscimento dei problemi e della loro soluzione. Obiettivo è quello del miglioramento dei sistemi di delega e rappresentanza. Per cui via libera ai sistemi di accesso privilegiato delle donne alla politica (quote, doppia preferenza, ecc) che è vero che sono da considerarsi necessari, ma transitori. Non a caso gli Stati generali hanno proposto un patto di responsabilità fra donne che continuerà nel tempo come strumento di partecipazione e verifica nell’attuazione dei programmi individuati. In vista delle elezioni amministrative, le donne de Gli Stati generali hanno chiarito di respingere il sistema del voto di scambio, anche fra candidati e candidate della stessa lista, e strutturano un luogo di interlocuzione fissa nella “Casa delle donne del Mediterraneo”, contenitore che Gli Stati generali chiedono all’amministrazione di istituire. Per le modalità specifiche si rimanda alla nota in cartella.

Lavoro e dinamismi economici
Il lavoro resta uno dei temi principali del nostro tempo, le recenti statistiche sulla disoccupazione nel Paese lo testimoniano. Necessario, allora, uno snellimento delle pratiche burocratiche prevedendo l’informatizzazione dei servizi; necessario pure sviluppare un sistema di concertazione fra attori sociali e istituzioni per potenziare una rete di servizi che rispondano alle esigenze di ricerca occupazionale e di conciliazione dei tempi di lavoro (vedi smart working). Determinare quote all’interno degli uffici pubblici o delle municipalizzate per il reiserimento di uomini e donne over 40. Prevedere corsi di formazione in linea con le reali esigenze del mercato e conseguente divulgazione degli stessi; strutturazione di piani formativi rivolti a quei soggetti fuori dal mondo del lavoro in età compresa tra 40 e 60 anni. Creazione di un tavolo di concertazione permanente formato da municipi, associazioni sindacali, associazioni datoriali e una delegazione de Gli Stati generali delle donne per migliorare l’inserimento e la tutela nel mondo del lavoro. Gli obiettivi raggiunti diventano una piattaforma nazionale da portare in sede Anci.


Culture e Saperi
Il tavolo ha fatto il punto sulle politiche culturali individuando la necessità di una pluralità di sguardi. Si chiede l’istituzione (non solo una delega) di un’assessorato alla Cultura, accorpato a Turismo e Sport per creare una sorta di welfare culturale inteso come servizio ai territori: di qua la creazione dei “Presidi di civiltà” in ognuna delle 5 circoscrizioni in cui attivare iniziative di scambi con le scuole, favorire la circolarità delle informazioni, creare eventi diffusi e decentrati attraverso un unico sguardo che abbracci tutta la città valorizzando risorse e spazi fino ad ora inutilizzati e coinvolgendo soprattutto le periferie. Il cuore pulsante delle politiche culturali chiediamo che diventi la “Casa delle donne del Mediterraneo” anche casa di scambio e di accoglienza di culture altre. Ormai sono una realtà gli eventi organizzati da etnie diverse dalle nostre che potrebbero favorire l’integrazione, mitigando la paura del diverso, dell’altro. In questa logica la delega allo Sport diventa un mezzo di sensibilizzazione per integrare la cultura altra nel tessuto sociale e valorizzare gli spazi di pratica sportiva. La Casa delle donne del Mediterraneo avvierà rapporti anche con le altre realtà internazionali per uno scambio accrescitivo di esperienze di donne e non solo.
Necessario, inoltre, creare maggiori sinergie fra amministrazione comunale, università, Istituto agronomico mediterraneo, Politecnico, centri di cultura e istruzione diffusi sul territorio non solo per una circolarità dei saperi e delle opportunità, ma per cogliere la chance di sviluppo che gravita attorno al mondo dell’università, della produzione di beni immateriali e di innovazione che creano opportunità lavorative (vedi Perugia che basa gran parte della sua economia su tutto ciò che gravita attorno al mondo universitario) e di sviluppo territoriale. E’ necessario, insomma, creare Bari- città universitaria uscendo dai vincoli ciuesi e autoreferenziali di ciascuna realtà.


Pianificazione Urbanistica

Il tavolo si è occupato di trasporti, sicurezza, pianificazione dei tempi della città, edilizia/accessibilità spazi e luoghi, pianificazione urbana e territoriale. L’approccio di genere ai temi della pianificazione urbana sviluppa nuovi sguardi e nuovi metodi alla ricerca di una quota equa delle opportunità e delle risorse presenti in ambiente urbano. Lo spazio abitativo al femminile che è il punto di partenza verso la città intera attraverso il quartiere.
• Si parte dalla necessità di individuare un metodo di indagine (una best practice) per la realizzazione di progetti pilota implementabili in tutta la città. Un esempio è quello di lavorare su due quartieri a confronto (uno in evoluzione e uno già strutturato) per rintracciare i bisogni e i percorsi reali quotidiani da cui tracciare delle mappe della città che individuano le criticità e su cui scegliere i progetti principali di trasformazione, vista l’esiguità delle risorse a disposizione.
• Per i trasporti, è allo studio della Unione Europea un Piano di genere. Il tavolo dell’Urbanistica ne propone i punti al Comune di Bari adeguandolo alle esigenze locali. Come ad esempio la valorizzazione delle vie d’acqua, come sistema di trasporto complementare sul mare. Inoltre, ottimizzare i tempi dei trasporti significa ottimizzare i tempi delle donne.
• Per la sicurezza, sono da rivedere i sistemi di integrazione dell’illuminazione urbana degli spazi pubblici (strade e piazze) con riferimento alle nuove tecnologie come i sistemi sensoristici che si modulano in relazione alla presenza umana. Riducendo così anche i consumi di energia pubblica.
• Per il territorio, si parte dall’individuazione di luoghi fisici, i “Laboratori dell’abitare”, dove le esigenze dei cittadini devono trovare corrispondenza nel lavoro dei tecnici comunali.
• Il tema della bellezza – Va affrontato a cominciare dall’educazione alla bellezza che trova nella scuola il luogo fisico per eccellenza della formazione, a partire proprio dalla rigenerazione degli edifici scolastici. Anche il tema del decoro urbano è fondamentale con la mappatura degli edifici ad alto potenziale rigenerativo, al Piano del colore, al recupero degli spazi di risulta da adibire ad orti urbani. Importante la promozione del concorso di idee come strumento democratico della costruzione della bellezza.
• Va incentivata anche la partecipazione attiva dei cittadini alla manutenzione degli spazi degradati. La legge prevede che gli amministratori forniscano mezzi e supporto di competenze. Auspicabile sarebbe che l'amministrazione si rappresenti al cittadino attivo in modo unitario, con un unico ufficio, un’unica responsabilità individuata e individuabile per questo genere di pratiche.
• L’esperienza di altre realtà di: adotta un monumento, adotta un giardino o adotta una strada possono incentivare il tema dell’appartenenza del cittadino alla città attraverso libere sottoscrizioni su progetti definiti dall’amministrazione comunale.
• Tonomastica al femminile – Si spera che in futuro il Comune abbia maggiore attenzione nell’assegnare nomi di donne alle strade cittadine.


Le donne che segnaliamo


Nome
Cognome
Posizione Lavorativa
Candidata a
(Comune, Munic.)
Lista
Coalizione
Elisabetta Cassano

Municipio
Movimento Schittulli
Centro-Destra
Valentina Cernò
Pubblicitario
Comune
Forza Italia
Centro-Destra
Simona Cuomo
Avvocata
Comune
Movimento Schittulli
Centro-Destra
Monia Magistro
Docente
Comune
Forza Italia
Centro-Destra
Carmela Mastrovito

Comune
Fratelli D’italia
Centro-Destra
Claudia Valla
Avvocato
Comune
Impegno Civile con Di Paola
Centro-Destra
Bianca Maria Amoruso
Avvocato
Comune
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Valentina D'elia
Ufficio Stampa
Primo Municipio
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Carla Palone
Editore
Comune
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Francesca Palumbo
Docente
Comune
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Paola Romano


PD
Centro-Sinistra
Nunzia Bernardini
Impiegata Giornalista
Comune
Lista Digeronimo
Digeronimo
Flavia Loconte
Imprenditrice
Comune
Lista Digeronimo
Digeronimo
Teresa Masciopinto
Funzionaria Banca
Comune, europee
Convochiamoci con Paccione
Paccione
Antonella Masi

Comune
Convochiamoci con Paccione
Paccione
Patrizia Del Giudice
Agente Attivi-tà Finanziaria
Sta Decidendo
Sta decidendo
Sta decidendo



Patrizia Carrera, centro sinistra
Maddalena Vitti centro destra
Per quanto attiene le circoscrizioni, auspichiamo che i partiti propongano il 50% di donne candidate alla presidenza. Essendoci 10 candidati sindaci, al momento, ci aspettiamo, dunque, che ci siano almeno 20 candidate donne presidenti.
Fra le donne che vorremmo segnalare dagli Stati generali c’è anche Giusi Giannelli, del comitato organizzatore, che nell’ambito della coalizione di centro-sinistra, potrebbe essere indicata alla presidenza del Municipio Carbonara, Ceglie, Loseto per storia personale e contiguità con quel territorio.
Una presenza di almeno il 50% di donne ci aspettiamo anche per la presidenza delle municipalizzate e per gli enti collegati.


Patto fra donne di lealtà e di responsabilità


Premessa
Il Governo della città non è un’attività neutra. Esso, infatti, produce degli effetti diretti sulle comunità sulle quali interviene, le quali sono portatrici di interessi diversi e a volte in conflitto fra loro. La crisi della politica e la crisi della rappresentanza – nonostante l’acceso dibattito sulla opportunità o meno di introdurre sistemi di riequilibrio di genere negli organi elettivi e non – incidono sulle opportunità delle donne di partecipare ai processi decisionali. Esse, infatti, già poco introdotte nei meccanismi di costruzione del consenso, subiscono ancor più la mancanza di strutture nelle quali gli interessi collettivi si organizzano, poiché tale mancanza fa prevalere meccanismi di raccolta di voti collegati alla visibilità e alle relazioni/influenze/contiguità personali.
Le donne che hanno partecipato ed aderito agli Stati Generali di Bari credono fermamente nel ruolo e nella responsabilità della politica nel perseguimento del bene comune.
Non condividono, pertanto, la logica di governo volta alla ricerca della mera acquisizione di posizioni di potere e, conseguentemente, si impegnano a praticare una politica distante della mera moltiplicazione dei voti, bensì funzionale alla (ri)cognizione dei problemi che affliggono il territorio di riferimento ed alla ricerca delle relative soluzioni nella logica della condivisione.


Guardare la realtà per ribaltarla
Siamo tutti e tutte abituati a logiche di governo caratterizzate da uno sguardo e da metodi maschili, per il semplice fatto che raramente le donne partecipano direttamente e attivamente al governo delle città. Condividere la responsabilità delle decisioni tra uomini e donne partecipi di una consapevolezza delle differenze di genere, invece, non può che riequilibrare la visione dei luoghi che abitiamo e della democrazia che agiamo. Il principio della necessità del riequilibrio della rappresentanza dei generi, d’altra parte è ormai affermato senza ombra di dubbio dalla giurisprudenza, in applicazione del principio costituzionale di uguaglianza sostanziale tra uomini e donne (artt. 3 e 51 Cost.). E la legge 215/2012, in applicazione di detto principio, ha introdotto la facoltà di esprimere la doppia preferenza.
Per rafforzare queste buone pratiche è anche necessario costruire dei luoghi, anche fisici, in cui condividere le informazioni e rendere permanente il confronto, in modo da ridurre progressivamente la attuale distanza tra rappresentanza e rappresentatività.
Per quanto riguarda i sistemi impositivi delle cc.dd. “quote” come di strumenti di riequilibrio/privilegio o di precedenza per favorire l’accesso delle donne alle cariche istituzionali, gli Stati generali ne auspicano la transitorietà, perseguendo l’obiettivo di una autentica parità che ne valorizzi la diversità.
Ulteriore tema con il quale le donne degli Stati generali hanno deciso di confrontarsi riguarda la salvaguardia del principio democratico di cui è espressione l’assenza del vincolo di mandato che le donne intendono fronteggiare mediante un PATTO di RESPONSABILITA’ in virtù del quale, nell’assoluto rispetto dell’autonomia e della libertà di pensiero, le aderenti agli Stati generali:
  1. si impegnano in una pratica politica di rafforzamento della democrazia:
  • conducendo la campagna elettorale con modalità trasparenti, con sobrietà nell’uso delle risorse e, per quanto ovvio, rispetto assoluto della legalità.
  • affermando la necessità di un continuo confronto, ed a tal fine si impegnano ad individuare un luogo stabile a ciò funzionale, che potrebbe essere la “Casa delle Donne del Mediterraneo”.
  1. in caso di elezione se candidate, e in ogni caso se inserite in organi di governo, sottogoverno o organi collegati (aziende, enti, ecc.), si impegnano a:
  • garantire informazioni;
  • garantire un permanente e periodico confronto mediante appuntamenti mensili;
  • sostenere negli organi in cui dovessero essere elette, designate o nominate, i principi della democrazia paritaria e sostenere i punti programmatici emersi nelle giornate di lavori degli Stati Generali, che saranno ulteriormente sviluppati e approfonditi
  1. durante la campagna elettorale, si impegnano a sostenere politicamente le candidate sui temi condivisi dagli Stati generali;
  1. successivamente alla elezione si impegnano alla elaborazione concertata degli interventi e delle proposte sulle tematiche di interesse comune e condivise dagli Stati generali secondo la logica della progettazione partecipata.

martedì 1 aprile 2014

Bari 2/3/4 aprile: gli stati generali delle donne

GLI STATI GENERALI DELLE DONNE A BARI

Gli stati generali delle donne, siamo certe, diventerà un evento per le prossime amministrative nel capoluogo. Attraverso la stampa e le TV, intendiamo invitare tutte le donne della città a farne parte e i partiti, i movimenti, le liste e le candidate e i candidati a sindaco a seguirne il processo utile per la selezione della nuova classe dirigente cittadina.


CHI SIAMO
Per la maggior parte siamo donne che da anni si occupano dell’affermazione dei diritti
delle donne. Obiettivo condiviso anche da molti uomini. Non nasciamo oggi, quindi, ma abbiamo già intrapreso moltissime battaglie di genere. L’ultima ha trovato il consenso di 33mila firme per la proposta di legge di modifica della legge elettorale regionale che proponeva la presenza del 50% di donne nelle liste elettorali e l’introduzione della doppia preferenza.
Proposta di iniziativa popolare respinta – lo ricordiamo – dall’attuale Consiglio regionale.

COSA CHIEDIAMO
Riteniamo che la nuova legge elettorale che introduce, per la prima volta, la doppia preferenza di genere alle amministrative - unica vera novità della prossima tornata elettorale - nonostante le apparenze, contenga dei possibili rischi per la rappresentanza femminile. La concreta possibilità, cioè, che le donne che intendono occuparsi di politica e non hanno familiarità con i meccanismi del mero calcolo dei voti vengano ancora una volta escluse dal circuito elettorale. Questo meccanismo per funzionare, infatti, ha bisogno di uno scambio di consensi fra candidati uomini, forti di pacchetti-voto già consolidati, e donne per lo più già presenti all’interno dell’agone politico. Oppure, peggio, che venga promossa e utilizzata in lista la presenza di donne solo per meri calcoli di potere dei maggiorenti dei partiti o come semplice riempitivo. Nel primo caso, ogni meccanismo di rinnovamento andrebbe bruciato.
Nel secondo, si tratterebbe di candidature femminili di bandiera già viste in passato, soprattutto in Parlamento. Noi chiediamo, allora, ai partiti, movimenti e liste di agire perché queste condizioni ora descritte non si verifichino e proponiamo delle soluzioni concertate. Spesso i partiti si sono detti disponibili a dialogare con la società civile per la promozione delle istanze che da questa provengono. Bene, questo è proprio uno di quei casi.
Verificheremo la disponibilità delle sigle politiche e dei candidati sindaci e sindache ad aprire un dialogo con noi. Intanto, la scelta di tutti i candidati sindaci di dichiarare che la futura giunta sarà composta al 50% da donne – così ci pare di capire – è un primo segnale condivisibile di partenza, anche se non può bastare da solo.

COSA CI PROPONIAMO DI FARE
Proponiamo meccanismi nuovi di scelta della selezione della classe dirigente. Linguaggi politici nuovi. Per la prima volta donne sceglieranno altre donne che verranno segnalate ai partiti attraverso gli Stati generali delle donne perché siano incluse nelle liste elettorali.
Donne da affiancare a quelle già presenti, si intende, ciascuna secondo il proprio credo politico e che i partiti si impegnano a candidare e sostenere. Le donne scelte dalle donne non si presentano a mani nude ai partiti, perché potranno contare sui voti di chi le ha scelte.
Starà ai partiti avere l’intelligenza di sfruttare questa opportunità. Nessuna di loro - isolata - avrebbe potere contrattuale con le sigle politiche per sponsorizzare la propria candidatura, ma in questa maniera è già attrezzata di una dotazione certa di consensi: quelli di chi le ha scelte e si impegna a votare per loro. Questo gruppo di donne sarà selezionato durante Gli stati generali delle donne e non è che l’inizio di un lungo percorso. Verranno, infatti, avanzate proposte anche per le elezioni regionali e politiche e verrà mantenuto un feedback continuo con le nostre candidate.

QUANDO E DOVE
Gli Stati generali delle donne

si terranno agli inizi di aprile, per tre giorni. Ci saranno tavoli di lavoro e di proposta aperti a tutte le donne della città che si saranno iscritte per partecipare e che accetteranno il nostro metodo. La nostra intenzione, se sarà possibile, è quella di utilizzare gli spazi di Abusuan, della Vallisa, del Fortino per i lavori di proposta e di tenere la conferenza stampa finale nel Palazzo comunale. Per tre giorni le donne di Bari occuperanno la città e si faranno sentire. E’ un segnale anche aver voluto tenere questa conferenza stampa nell’aula del Consiglio comunale che speriamo di occupare presto in tante.

I CONTENUTI
Gli Stati generali delle donne non saranno soltanto un’occasione per promuovere dal basso una nuova classe dirigente, ma le donne – grazie alle loro competenze - costruiranno una integrazione ai programmi dei sindaci su tematiche di genere: tracceranno, infatti, i profili della nuova Città delle donne – la città di tutte e tutti, dopo aver interpellato le cittadine nei vari quartieri sulle loro necessità primarie. Esiste, infatti, una progettazione urbanistica di genere delle città, ma non vogliamo anticipare la sostanza dei tavoli tematici che si terranno nella tre giorni degli Stati generali e che vi illustreremo in un ulteriore incontro nelle prossime settimane. Infine, va da sé che le nostre candidate saranno scelte attraverso meccanismi di selezione trasparente. La nostra non è un’operazione di potere. Ciascuna di noi non sta promuovendo se stessa e non stiamo fondando un nuovo movimento politico, siamo più che altro una lobby, nel senso europeo del termine, un gruppo di pressione formato da donne – tante - che intendono mettere a disposizione dei partiti e dei sindaci, idee, professionalità, competenze, nuovi punti di vista. In cambio, però, chiediamo rappresentanza e impegni certi.
Sta ai partiti comprendere questa urgenza e cogliere questa opportunità scongiurando ulteriori defezioni dalle urne, dopo la sconfitta subita non dalle donne, ma dai partiti, a seguito della brutta bocciatura in Regione della legge 50/50. I consiglieri regionali ancora una volta in Puglia hanno dimostrato di essere più arretrati dei loro stessi colleghi in Parlamento.
Mentre alla Regione Puglia, infatti, bocciavano la legge 50/50 già in vigore in altre regioni d’Italia (Campania, ad esempio), contemporaneamente i parlamentari iscritti ai medesimi partiti approvavano la legge sulla doppia preferenza per le elezioni comunali. Uno strabismo incomprensibile. Si tratta, allora, per la politica pugliese di dar forma, finalmente e con coerenza, allo specchio reale della società: le donne superano il 50% degli aventi diritto al voto. Dare loro adeguata rappresentanza è un dovere per i partiti.

PERCHE’ VOTARE DONNA
In chiusura, permetteteci una provocazione. Ci si potrebbe domandare: perché le donne, che pure rappresentano più della metà dell’elettorato, dovrebbero votare donna?
Basta l’appartenenza al genere per pretendere ed ottenere il voto delle donne? Forse ci vorrà tempo, ma noi siamo convinte dell’ineluttabilità di questa scelta, ove sostenuta da buone ragioni. Anzi, siamo convinte che con il tempo anche tanti uomini voteranno donna. Le donne hanno connaturato con il proprio essere, infatti, una prospettiva diversa nell’affrontare i problemi, una visione di “genere” direbbe chi sa. Proprio di recente l’archistar Renzo Piano in una intervista che ha fatto molto discutere ha messo l’accento sulla necessità di “rammendare” i quartieri, di “prendersi cura” delle città. L’I care delle migliori politiche pubbliche, quell’avere a cuore i cittadini e le città. Potremmo dire che le donne sono da sempre vere e proprie artiste del “rammendo” (e non ci riferiamo certo all’arte del ricamo).
Gli uomini ci hanno provato a cimentarsi in questo compito e spesso hanno fallito, a giudicare dai risultati. E’ necessaria allora una svolta, specie in questo periodo complicato per la società, occorre un cambio di mentalità, un nuovo sguardo rivolto alla città e ai cittadini: quello delle donne. Non parliamo di casi singoli, ma di una presenza massiccia di donne in Consiglio comunale per poter finalmente incidere sull’indirizzo politico di governo. Ecco, noi siamo qui proprio perché vogliamo prenderci le nostre responsabilità e sappiamo che le donne in politica rappresentano l'unica vera linfa nuova per il prossimo futuro. Ai partiti, ai candidati sindaci, ai movimenti e alle liste chiediamo una interlocuzione; ai cittadini di avere fiducia in noi. Con la presenza delle donne nelle istituzioni può cominciare davvero un mondo nuovo.
Buon lavoro a tutte noi, allora.