venerdì 31 maggio 2013

Cosa lega il rifiuto alla mozione Giachetti alla bocciatura della legge 50/50 nella Regione Puglia?

 

Rifletto su quanto accaduto in questi giorni in Parlamento con il rifiuto della mozione Giachetti ed avverto una perversa relazione tra questo e la risposta scomposta offerta dai Consiglieri regionali alla legge elettorale per la parità di genere in Regione Puglia.
La stessa volontà di arroccamento, la stessa paura di cambiamento, la stessa paura ad accogliere in sede politica le trasformazioni ormai in atto nella società italiana.
In entrambi i casi hanno negato una evidenza offrendo una risposta politica davvero insignificante
La proposta Giachetti rappresentava quel desiderio, non colto, di offrire un segnale, di mostrare una volontà reale di lavoro per una soluzione immediata al Porcellum.
Come può, oggi, una esponente di questo strano Governo giustificare il loro no, con un banale definizione di inopportunità.
Inopportuno è stato semmai il loro rifiuto, vista la difficoltà che questa maggioranza ( strana) sta incontrando nel rimuovere una legge elettorale odiata da tutti e considerata la causa / effetto di un potere sempre più chiuso all'esterno.
Uguale scenario vissuto in Puglia per la legge di iniziativa popolare ( non dimentichiamo le 30.000 raccolte) sulla doppia preferenza e la parità di genere.
Anche quella proposta di legge non era la soluzione ad un problema rappresentato da un potere così maschile, solo 3 donne tra 70 Consiglieri, ma era una via per cominciare a percorrerla quella soluzione, o meglio a rincorrerla.
Eppure in Consiglio regionale si è consumata l'ulteriore ipocrisia, è stato richiesto il voto segreto per affossarla.
Abbiamo tutte e tutti assistito alla perfetta rappresentazione di un ceto politico, per la maggior parte ignorante sul testo ed il contesto, ma contrario per definizione.
La paura ha dettato i tempi ed i modi del rifiuto, la paura di perdere una posizione dominante, traballante e discreditata ma, pur sempre, dominante .
Eppure era una legge che veniva dalla strada, da un tempo dedicato alla costruzione di un percorso difficile ma capace di generare anche una sintesi tra diversi.
La parola caratterizzante era proviamoci! Incominciamo a provarci!
Adesso?
In Italia, in queste consultazioni amministrative, si è votato con la doppia preferenza e molte donne sono entrate nei Consigli comunali, faranno la differenza? Non lo sappiamo ma comunque portano i loro corpi, il loro vissuti in ambienti a loro solitamente ostili.
In Parlamento con l'elezione di Laura Boldrini Presidente della Camera,  abbiamo incominciato a sentire parole nuove. Produrranno effetti? Speriamo ma, il fatto che ci siano, è già una vittoria
Nel Parlamento pugliese la discussione è ferma, (per ora?)
Spero solo che non siano capaci di fare della mia, della nostra Regione un' isola in controtendenza con quanto accade nel resto d' Italia.
Magda Terrevoli



giovedì 30 maggio 2013

Doppia Preferenza Quali novità

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  • L'ANALISI DEL VOTO

    Più donne nei consigli comunali:
    la doppia preferenza ha funzionato

    Amministrative, raddoppiata la presenza femminile
    Nei piccoli centri elette anche tre sindache

    L'ANALISI DEL VOTO
    Più donne nei consigli comunali:
    la doppia preferenza ha funzionato
    Amministrative, raddoppiata la presenza femminile
    Nei piccoli centri elette anche tre sindache
    Silvana Serrano: sindaca di Montesano SalentinoSilvana Serrano: sindaca di Montesano Salentino
    BARI - Il dato non è ancora definitivo, ci sono di mezzo i ballottaggi, ma l’effetto «doppia preferenza» - cioè il meccanismo introdotto per la prima volta nella tornata elettorale amministrativa appena conclusa- sembra aver dato buoni frutti per il riequilibrio di genere. La rappresentanza rosa è, infatti, quasi dovunque raddoppiata nei Consigli comunali. Il nuovo meccanismo consisteva in questo: gli elettori dei Comuni al di sopra dei 5mila abitanti avevano la facoltà di esprimere due preferenze per i candidati consiglieri, purché di sesso diverso. Vediamo allora come è andata. Nel Salento, il report è della vice presidente della Provincia di Lecce, Simona Manca (centrodestra) che parla di «grande segnale di cambiamento» e di «massiccia presenza delle donne nei Consigli». Spiega Manca: «Si tratta di una avanzata davvero esaltante, considerato che 2 sindaci su 12 (a Montesano e Giurdignano) e più di un terzo di tutti i consiglieri eletti (quasi una cinquantina su 121) sono donne. Comuni importanti come Monteroni hanno 8 donne su 16 in Consiglio, Squinzano 7 su 16.
    E ancora a San Donato, Vernole, Sannicola, Alezio e nelle stesse Monteroni e Squinzano, il candidato più suffragato è donna». A Giurdignano, infine, dove si è votato senza il vincolo della doppia preferenza, oltre al sindaco, in Consiglio ci saranno 3 donne su 6. Per Loredana Legrottaglie, responsabile Enti locali pd: «La doppia preferenza ha permesso in tanti Comuni una "invasione gentile" che ha raddoppiato la presenza delle donne». In provincia di Bari, il risultato è meno leggibile, però, rispetto a quello del Salento dove erano interessati molti Comuni al di sotto dei 15mila abitanti e, quindi, le consigliere sono già state elette. Nel Barese, sugli otto Comuni al voto, solo due hanno già gli organismi di rappresentanza completi. A Monopoli, la delegazione rosa è confermata nei numeri: erano quattro le donne che sedevano in aula e altrettante ve ne saranno. A Conversano, invece, entra in Consiglio, Rosa D’Attoma, con una civica vicina al sindaco riconfermato, Giuseppe Lovascio, ma nei conteggi ancora in corso, potrebbero seguirla almeno altre due consigliere, di centrodestra. Nella precedente amministrazione non c’erano donne. Per gli altri Comuni, bisognerà attendere i ballottaggi (anche per capire l’assegnazione del premio di maggioranza). Tuttavia a Molfetta è già scontata l’elezione di due donne su quattro fra i consiglieri del Pd. In provincia di Brindisi, a Carovigno si va al ballottaggio. A San Donaci, invece, a giochi fatti, 4 dei 10 consiglieri saranno donne: raddoppia la rappresentanza.
    Due i Comuni della Bat al ballottaggio: Barletta e Bisceglie. A Margherita di Savoia, invece, dove è già stato eletto il sindaco, raddoppiano le cosigliere. Nella consiliatura uscente c’erano tre donne, oltre alla sindaca Gabriella Carlucci. A Barletta, il centrosinistra potrebbe portare a casa 4 nuove consigliere in caso di vittoria, fra cui la più votata in assoluto del centrosinistra, Carmela Peschechera. In caso di vittoria del centrodestra sarebbero tre in quelle fila, e in questo caso ne perderebbe una Sel. Trionfo delle quote rosa anche nel Tarantino. Due Comuni a campione: a Crispiano le consigliere erano 2 su 20, ora sono 8 su 16. Anche a Pulsano erano 2 su 20, ora sono 7 su 16. Nel Foggiano, quasi tutti i Comuni dove si è votato erano al di sotto dei 5mila abitanti e, quindi, il criterio della doppia preferenza non è stato applicato. Si salvano Carapelle e Vico (a San Nicandro si va al ballottaggio). A Vico non c’erano donne in Consiglio, ora saranno 3. A Carapelle ce n’erano 2 e diventano 4. Inoltre, in questa tornata, sono state elette 3 nuove sindache nei centri al di sotto dei 15mila abitanti: Silvana Serrano (centrosinistra); Laura Gravante (centrosinistra) a Giurdignano e Lucia Luisi (centrodestra). Mentre altre due donne vanno ai ballottaggi nei Comuni più grandi: Paola Natalicchio a Molfetta e Tonia Gentile a Carovigno. Un segnale chiaro per la maggioranza di centrosinistra alla Regione che ha ignorato l’appello all’introduzione della doppia preferenza per il voto in Puglia, nonostante la battaglia del Movimento 50/50.

    mercoledì 29 maggio 2013

    Il 24 maggio a Bari abbiamo organizzato un incontro sui Diritti delle Donne a 35 anni dalla 194 Di seguito le impressioni di Eleonora Ciran intervenuta al dibattito
    http://eleonoracirant.wordpress.com/2013/05/26/legge-194-in-puglia-le-promesse-non-bastano-piu/
    "Vorrei aver contribuito a smuovere una situazione stagnante partecipando al convegno di Bari del 24 maggio 2013 sulla legge 194. Il fatto di avere stabilito un nesso, dati alla mano, tra la situazione pugliese e quella lombarda nell’applicazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza ha irritato qualcuno, ma ha suscitato anche tanti consensi. Aver dichiarato che Nichi Vendola non ha concretizzato dichiarazioni di principio pronunciate con enfasi e convinzione in materia di diritti delle donne, ha provocato l’alzata di scudi da parte di chi si è sentito accusato. Ma ho visto anche tante teste annuire. Non sono stata l’unica a sbottare dopo il videomessaggio del governatore della Puglia, che di nuovo ha ripetuto il ritornello dei diritti delle donne e della legge 194 come se si candidasse al primo mandato.
    D’altra parte, se la sottoscritta (“blogger”, come ha sottolineato Ettore Azzolini con un tono che è sembrato a molti sprezzante) non ha usato mezzi termini nel denunciare l’inerzia di un governo regionale di sinistra cui avevamo dato fiducia, anche fuori dalla Puglia, neanche gli altri tra relatori e relatrici hanno risparmiato critiche.
    L’obiettivo della critica non è sfasciare tutto. L’obiettivo è presidiare la democrazia tutti i giorni e non soltanto nel giorno del voto. Il patto tra rappresentati e rappresentati/e è dato sulla base di impegni che vanno mantenuti, pena il decadere della fiducia e dunque della credibilità di chi chiede il potere. Siamo vigili. Le parole ci incantano fino a un certo punto se non sostenute da azioni.
    Vigiliamo anche a partire dalle gravidanze delle donne, sì. Osservato da qui, il re è nudo e ipocrita più che mai. Per troppo tempo considerato affare “privato”, l’aborto è uno degli argomenti più spinosi e al tempo stesso negletti della politica istituzionale, uno dei nodi in cui si attorciglia un dominio millenario. Quello degli uomini sulle donne attraverso il controllo della riproduzione.
    Oggi ci si trascina sulle macerie di quel dominio e si fatica a costruire qualcosa di nuovo. Ci si prova, a costruire. Sbattiamo contro muri ancora alti e solidi. Franiamo pericolosamente sulle promesse del potere, che prima sembra aprirti la via con Osservatori, Tavoli, Progetti. Quando però gliene chiedi conto allora mostra il grugno, pretende più tempo, non ascolta, sminuisce e volta le spalle, come ha fatto con me Domenico Colasanto, direttore dell’Asl di Bari, mentre replicavo alla sua replica. Oppure ti etichetta come provocatrice e ricorre alla retorica da comizio, come ha fatto purtroppo l’assessora Elena Gentile prima di promettere un altro Osservatorio con l’ennesimo Tavolo. Se dal primo se ne è ottenuto tanto poco, con quale garanzia invita a sedersi al secondo? Ce n’è bisogno, di garanzie.
    Ma noi vigliamo e denunciamo: sciatteria, negligenza, dimenticanza, silenzio, abbandono, occasioni mancate, impegni presi e non mantenuti. Osserviamo le pessime condizioni, qui in Puglia come altrove, in cui sono costretti a lavorare i medici non obiettori. “Di me si diceva ‘il macellaio’, ‘lo spazzino’”, racconta un ginecologo non obiettore di cui ho raccolto la voce per una inchiesta sulla legge 194. “Spero di averti comunicato quanto è diventato faticoso. Sono trent’anni che sostengo la legge 194 con il mio lavoro, non ne posso più” dice una ginecologa con le lacrime agli occhi. E osserviamo anche il silenzio pudico e vergognoso, per l’aborto vissuto come una colpa, delle donne che non osano chiedere e battere i pugni quando le porte vengono loro sbattute in faccia.
    Il convegno intitolato “I diritti delle donne a 35 dalla 194. A che punto siamo in Puglia?” è stato organizzato dalla CGIL Puglia e CGIL funzione pubblica Puglia, mentre vengono al pettine nodi già evidenziati al convegno del 21 settembre 2012 a Canosa da Marida Leuzzi dell’associazione “Un desiderio in Comune”.
    Vengono al pettine i nodi, e fanno male, con il servizio di interruzione volontaria di gravidanza praticamente sospeso da quasi sei mesi all’Asl di Bari, dopo che gli ultimi 4 medici non obiettori dell’Ospedale San Paolo hanno dichiarato obiezione negli ultimi mesi sulla spinta di motivazioni diverse, tra cui le difficili condizioni di lavoro.
    Il direttore generale dell’Asl, Domenico Colasanto, è presente in sala insieme ad Elena Gentili, che ha assunto l’incarico di assessora alla Sanità dopo il recente rimpasto di giunta a marzo 2013 (oltre all’assesorato di cui era già titolare, il Welfare, e alle delega alle Politiche di benessere sociale e pari opportunità). Da lui ma in particolare da Elena Gentili le organizzatrici si aspettano risposte e assunzioni concrete di responsabilità a fronte di una situazione insostenibile."
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    venerdì 24 maggio 2013

    Donne di Barletta: vi riconoscete?

    Care donne di Barletta, davvero vi riconoscete nel "modello positivo" di donna e di famiglia che il  sig. Alfarano, aspirante sindaco della vostra città, propone nel suo spot elettorale? 
    Dispiace dirlo, ma non ci crediamo: ecco dunque un'ottima ragione per non votare un politico non solo implacabilmente retrivo, ma che per giunta si autodenuncia in modo talmente plateale. Qualcuno lo ha avvisato [la sinistra al caviale], di aver fatto un autogol. Ma il video è ancora sul suo canale. 
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    Visibile anche su Repubblica ma.. nel caso sparisse, abbiamo fatto volentieri lo sforzo di estrapolare il monologo della casalinga di Barletta, che qui vi riproponiamo integralmente. Una preziosa testimonianza da conservare, una perla da non perdere. Eccolo dunque: musica dolce e commovente. Lei, coi riccioli bruni, e dolcemente sovrappeso, indossa una maglietta con la scritta "love", e, intenta alle faccende di casa, riflette protettiva, fra sè e sè:
    Ce la metto tutta.. ogni giorno mi sveglio per prima. Preparo la colazione alle bambine, i vestiti a mio marito, [a un uomo adulto, perfino i vestiti ogni mattina??! ndr] le cartelle, e li mando a scuola. Poi comincio a sistemare la casa, a fare i letti, i bagni, apro le finestre, e faccio cambiare l’aria. Quanto mi piace sul viso l’aria fresca della mattina! [la donna modello è disposta a fare a sè stessa anche qualche concessione: un respiro profondo mentre cambia l’aria viziata della casa, ndr]. Mentre pulisco, penso a cosa gli preparerò da mangiare, 5 persone, e ognuno vorrebbe una cosa diversa.. eppoi quando tornano a casa c’hanno pure da dire! C’è sempre qualcuno che dice: ma perché hai preparato la verdura, lo sai che non mi piace! Non fa niente, sono ragazzi. Finito di mangiare loro si mettono a guardare la televisione, io metto a posto. Sparecchio, faccio i piatti, lavo a terra, rifaccio la cucina. Mio marito ritorna a lavorare [bè, certo, deve "mantenere" la moglie, ndr], le ragazze a studiare, io ne approfitto per stirare, fare la lavatrice, stendere i panni, con la piccola tra le gambe che gioca con le mollette. E’ già arrivata la sera! Preparo la cena a mio marito che torna, mangia, è stanco e si mette a vedere la televisione, mentre io [che non faccio niente tutto il giorno, ndr] metto a posto. Quando ho finito, torna la grande, che sempre arrabbiata arriva! E se ne va in camera sua. Bè, è l’età! Bè, io me ne vado a dormire, che domani ricomincia un’altra giornata. Io non mi lamento, non dico niente, lo faccio per loro, loro sono la gioia della vita mia, la mia famiglia: io non chiedo niente per me, a me basta che stanno bene, che sono felici loro. La cosa che mi dispiace è che si sta spegnendo la luce nei loro occhi. Mio marito ha le spalle larghe, ma pure lui ha paura, tanti amici suoi hanno perso il lavoro e non sanno come andare avanti, come mettere il piatto sul tavolo. E ti vedi questi uomini, mortificati, che non si sentono più uomini [si sentiranno donnette? Ndr] perché non si sentono più in grado di badare la loro famiglia. E' brutto, è brutto assai. Io non dico niente per me, non mi lamento [io so quali sono i veri problemi! non certo i miei; e ci manca solo che una donna reclami il lavoro, togliendo lavoro agli uomini, ndr]. Però, Giovanni, quanto volevo che le cose cambiavano! [sos congiuntivi, ndr]. Così almeno, tornano a casa, mi fanno un sorriso, e io me ne vado a dormire stanca, ma contenta! 
    La musica si spegne sfumando. Compaiono in sovraimpressione gli slogan: Cambia Barletta. Adesso puoi. Alfarano Sindaco.
    In una successiva conferenza stampa, Alfarano ha dichiarato che il suo bellissimo spot, che rappresenta una situazione reale (ed è proprio questo, che ci preoccupa!), è stato attaccato dalla sinistra al caviale che ignora i veri problemi.  Eccola, la parola chiave: i veri problemi. 
    Che si sa, sono quelli degli uomini. Non per niente questo è l'argomento principe con cui sono state attaccate da sempre tutte le battaglie donne, quelle per il suffragio universale comprese. Il nostro consiglio, invece, è: votate donna! e scegliete bene.




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    giovedì 23 maggio 2013

    Manduria le donne che provano a cambiare il proprio paese impegnandosi in prima persona e mettendoci la faccia

    Mi presento: sono Cosima Arabo ho 48 anni vivo a Manduria. Faccio parte dell’Associazione Arte Messapica che è sul territorio da 9 anni e che si occupa di promuovere l’artigianato locale e di aiutare, attraverso iniziative di solidarietà, persone in difficoltà. 
    Durante questi 9 anni abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi i problemi che ci sono a Manduria e in particolare nel centro storico dove da 1 anno abbiamo aperto la sede, e proprio questa meravigliosa parte della nostra città è abbandonata a se stessa, degradata, e non valorizzata da chi ha governato sino ad ora.Ho deciso di mettere la mia esperienza a disposizione della collettività Manduriana candidandomi nella lista civica CITTA’ PER TUTTI associata al candidato sindaco Tullio Mancino. La nostra cittadina ha bisogno di ricominciare a vivere , o come diciamo noi, di cominciare a vivere perché Manduria, grazie alla cattiva gestione delle passate Amministrazioni, forse non ha non ha mai iniziato
    Sono Monica Laserra, ho 30 anni e sono Laureata in Psicologia ad indirizzo Cognitivo.
    Ho avuto modo di entrare in contatto, nella mia attività pratica di tirocinio e di collaborazione, con molte realtà: bambini con disabilità, disturbi di apprendimento, progetti di pet-terapy presso le scuole. Ma soprattutto l'esperienza che mi ha segnato maggiormente a livello umano e professionale è stato il tirocinio post-laurea presso un Consultorio Familiare, dove ho potuto constatare i tanti problemi delle donne, la scarsa sensibilità e impegno delle amministrazioni locali per migliorare la qualità della loro vita pensando solo ai loro interessi. Soprattutto nel mio comune di residenza, Manduria, le amministrazioni che si sono succedute non si sono mai interessate ed attivate con concrete azioni nei confornti delle donne e del sociale. Ho deciso di impegnarmi attivamente appoggiando il movimento Giovani per Manduria per i valori di lealtà, pulizia e trasparenza fortemente ricercati e difesi e perchè sono promotori di un progetto che ha come obiettivo il benessere di tutti i cittadini e quindi anche delle donne, per le quali siamo orgogliosi di essere gli unici ad avere nel programma una parte dedicata. Ritengo che il grado di civiltà di una città o di un Paese si possa evincere dalla considerazione che esso ha delle donne, dal loro trattamento e dall'attenzione che l'amministrazione dedica loro cercando di migliorare la qualità della loro vita. La nostra terra offre molte potenzialità, ma c'è da fare tanto e non ci stancheremo di lottare affinchè Manduria possa essere la città che abbiamo sempre desiderato.


    Neolaureata in Lettere e in Filologia moderna, ho studiato e vissuto a Bologna dove ho specializzato il mio profilo culturale e artistico frequentando il corso di alta formazione in sceneggiatura e regia con il Giffoni Academy. Il mio mestiere mi impone di essere sempre attenta a ciò che mi circonda, alla
    realtà umana, sociale, e di raccontarne ogni volta il suo significato, di descrivere e di veicolare CULTURA. Considero la crescita culturale del nostro paese indispensabile non solo per il progresso di una città, ma soprattutto per la sua stessa sopravvivenza civile, in un mondo, come quello di oggi, in cui
    bisogna spesso nuotare a fatica in un mare inquinato da corruzione e inettitudine. La cultura è mentalità, è società, è conoscenza, ma è soprattutto RINASCITA, è il germoglio del nuovo, ed è per questa voglia di ritornare ad essere orgogliosa del posto in cui sono nata e cresciuta e che amo, che oggi sono qui".

    Lucia Perrucci

    Ripartiamo dalle donne!

    martedì 21 maggio 2013

    Manduria: tante donne si candidano non nominate ma con la volontà di cambiare la politica del proprio Comune



    Lucia Agnusdei
    Sono nata a Manduria 38 primavere fà.

    Mi sono candidata al consiglio comunale con "Giovani per Manduria" perchè è l'unico movimento nel quale mi riconosco. Il mio obbiettivo primario è mettere l'intuito femminile, che mi contraddistingue, nella risoluzione delle tante problematiche che affliggono la mia città. Voglio vedere Manduria come una città ospitale e attiva così come sono io.












    mercoledì 15 maggio 2013

    Francesca La Forgia: incredibile ma vero, finalmente la doppia preferenza

    Da non crederci. La città simbolo della politica al maschile ha la possibilità di tingersi di rosa. 


    E subito il pensiero corre al ricorso del 2008 contro il locale per soli uomini fresco di nomina, la Giunta Azzollini, puntuale interfaccia di una politica e di politiche che non funzionano, e l'abbiamo visto finanche in Procura. Dopo nonna Veglie e bisnonna Ruffano, la "madre di tutti i ricorsi" riconobbe l'importante principio delle pari opportunità, sancito dall'art. 51 Cost. novellato nel 2003 ed anche dall'art. 37 dello statuto comunale. La prima causa pubblica non si scorda mai. Quattro gatte, la Consigliera di parità per la Puglia Serenella Molendini, l'allora Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità Magda Terrevoli, la presidente dell'allora Associazione Tessere, Rosy Paparella, e la sottoscritta, quale cittadina elettrice interessata all'attuazione del dettato costituzionale e quale avvocata della causa. E la Consulta Femminile presieduta da Maddalena Altomare con il ricorso gerarchico e con una forte campagna per la "visibiltà di genere". E tanti uomini solidali, a cominciare dai consiglieri di opposizione. Il 12.9.2008, con ordinanza, il Tar Puglia, sede di Bari obbligava l'amministrazione ad integrare almeno una donna nell'esecutivo, con il riconoscimento della legittimazione ad agire della Consigliera di Parità, cui farà seguito una pioggia di ricorsi in tutta Italia. Il collegio pugliese si arricchiva da subito dell'immensa Valeria Pellegrino, Cassazionista leccese, e poi del bravissimo Andrea Blonda, di Lucera. Quante ne abbiamo combinate. Il caso di Molfetta finiva in Consiglio di Stato con sperpero di danaro pubblico da parte dell'Amministrazione di centrodestra, e finanche sul tavolo dell'Onu, con il Rapporto Ombra sulla Cedaw, la Convenzione Onu per l'Eliminazione delle Discriminzioni Contro le Donne, cui ho fornito un piccolo contributo scientifico e che è ormai vetusto a riguardo.
    Ora tutte le parti di quella causa, oltre ad altre ancora, sono state riconosciute legittimate ad agire dalla giurisprudenza italiana, molta pugliese, ora la giurisprudenza è orientatata all'equilibrio di genere e succede molto altro ancora.
    La L. 215/2012, regalatami il giorno del mio compleanno, consente la doppia preferenza uomo-donna e contribuirà ad eleggere più donne nei consigli comunali. 


    Io ho scelto di non candidarmi e di continuare a studiare e ad agire questo ed altro. Molfetta ha comunque parecchie donne in gamba, non solo in Sel, ma in tutte le liste a sostegno di Paola Natalicchio candidata Sindaco. Donne in grado di garantire competenze e pratiche di relazioni importanti, con un forte impegno sul territorio.
    La prossima frontiera è adeguare gli statuti comunali al nuovo dettato normativo, approvare leggi per la parità di genere ovunque, non scordandoci delle trentamila firme pugliesi e della riforma della legge elettorale nazionale ed europea. Consce che nessuna buona legge saprà garantire un sano rapporto uomo-donna nella rappresenzanza-rappresentazione istituzionale e nelle formazioni sociali; occorre infatti rompere il nesso sesso-potere-violenza che produce, oltre all'invisibilità istituzionale, anche il femminicidio quotidiano e la costante umiliazione del corpomente delle donne.
    Francesca La Forgia, 15 maggio 2013

    martedì 14 maggio 2013

    Maria Pasanisi: una di noi. Candidata a Manduria (Ta)

    Maria Pasanisi ha 53 anni ed è nata a Manduria, dove vive insieme con il suo compagno, 4 cani, 3 gatti e 2 pecore.

    Dopo la Maturità Tecnica Commerciale, si specializza in commercio estero, grazie anche all’aggiudicazione di una borsa di studio presso l'Istituto per il Commercio Estero (ICE).
    Ha lavorato per circa 10 anni come Responsabile Marketing Internazionale per varie strutture e vanta anche un’esperienza ai magazzini Harrods di Londra.
    Da circa 15 anni. ha indirizzato la propria specializzazione professionale sulle politiche di genere, a partire da un progetto di cooperazione internazionale che l’ha portata nei Paesi del Nord Europa (Svezia, Finlandia), dove ha affinato e perfezionato le proprie competenze, frequentando corsi di formazione sul campo.
    Da allora, ha seguito oltre 40 progetti con partenariati italiani e internazionali, sia in qualità di progettista sia come coordinatrice e formatrice. È stata invitata come relatrice in numerosi convegni (anche all'estero) su tematiche legate all'inclusione sociale, alle politiche femminili, all’imprenditoria, alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Dal 2006 al 2010, ha ricoperto la carica di Consigliera di Parità supplente della Provincia di Taranto, su nomina del Ministero del Lavoro e a seguito di un concorso per titoli. Autrice e coautrice di pubblicazioni su varie tematiche legate al mondo delle politiche sociali, in particolare femminili, dal 2011 è socia fondatrice del Movimento FDO (Fuori Dall'Ordine), che diffonde in Italia la cultura di genere e la promozione delle differenze fra uomini e donne, intendendole come risorse e non più come barriere.

    A proposito del suo impegno per Manduria dice: «Il tema delle politiche di genere, che oggi è trasversale a qualsiasi politica, continua ad appassionarmi e spero di avere finalmente la possibilità di dare il mio contributo alla crescita della città, mettendo a disposizione di tutta la cittadinanza la mia esperienza professionale, perché la vera crescita è rappresentata dalla giusta rappresentazione dei bisogni di uomini e donne. E questo lo si può fare solo insieme, gli uni con le altre».

    Elezioni 26-27 maggio 2013: c'è la doppia preferenza non dimentichiamolo

    Tante donne della rete  - Carmen Antonino, Carmen Craca, Giuliana Damato, Maria Pasanisi, Lella Ruccia... e tante altre  - hanno deciso di scendere in campo in questa tornata elettorale.
    Ne sono molto contenta e vorrei ricordare a tutte e a tutti... che questa volta nei comuni superiori a 5000 abitanti, grazie alla legge 215/2012, è finalmente possibile esprimere la doppia preferenza. 
    Noi vogliamo una politica dal doppio sguardo, per questo vi invito a votare donna. Per questo sappiate utilizzare lo strumento che la legge ci dà: la doppia preferenza!!!

    Se gli esiti ci daranno ragione, la nostra battaglia in Regione per la legge elettorale sulla doppia preferenza e 50/50 nelle liste elettorali potrà avere più speranza.

    Noi continuiamo a presentare su questo blog i loro profili delle donne che si candidano, chiedendo a tutte e tutti di sostenerle.

     

    martedì 7 maggio 2013

    Carmen Antonino: candidata al Comune di Bisceglie

    Mi chiamo Carmen Antonino e sono stata fra le protagoniste della campagna per la legge di iniziativa popolare 50/50 e doppia preferenza per le elezioni nella Regione Puglia.

    Ora mi candido al Comune di Bisceglie, con passione e audacia:

    Passione e audacia
    per coltivare il sogno di una società diversa,
    nella quale ogni Persona sia libera dal bisogno
    e possa coltivare a pieno i propri diritti.
    Passione e audacia
    per essere cittadini e non sudditi in un Paese,
    in una Città che da troppo tempo ha perso la bussola del proprio presente e del proprio futuro: consapevoli che ad ogni diritto corrisponde un dovere ... a volte scomodo.
    Passione e audacia
    che animano la mia vita sociale, professionale e politica.
    Carmen Antonino



    Magda Terrevoli: perchè diffido degli Stati Generali

    Sono tanti anni che vivo e che “mi coinvolgo” in questioni legate alla differenza di genere: commissioni pari opportunità, partiti politici, deleghe istituzionali, in tutte queste occasioni ho cercato di fare la differenza.
    Sono una donna e, sempre in questi luoghi ho dovuto fare i conti con modelli, procedure, comportamenti visioni maschili.
    Io sono una donna e ho sempre voluto che la mia alterità abitasse in quei luoghi

    Era un modo per affermare che non vi era un unico modello, un unico ordine a cui fare riferimento.
    E la violenza è uno di quei temi che maggiormente necessitano di un cambiamento di visione, anche e soprattutto considerati i pessimi risultati raggiunti negli anni.
    L'idea di organizzare gli Stati generali sulla violenza di genere mi sembra una scelta davvero di basso profilo soprattutto se questi stati generali rimangono una questione esclusivamente femminile!
    Sulla violenza ,in questi anni, noi donne abbiamo detto tutto, ci siamo mobilitate, abbiamo scritto tanto, per questo non abbiamo bisogno di Stati generali ma, di vedere finalmente realizzato tutto quello che in tanti anni abbiamo elaborato.
    Oggi andrebbe preparato un new deal dell'intera società italiana !
    Io mi aspetto che si cominci ad agire, non elevando pene , ma cominciando a costruire una nuova Italia dove ci sia uguale cittadinanza per uomini e donne, nelle scuole e nell'informazione,nel lavoro e nel welfare.
    Una Italia in cui si riscrivino i libri di storia , le norme di accesso al lavoro, si riscriva la vita .
    Una Italia in cui si ragioni insieme agli uomini anche di violenza!
    Una Italia in cui sin dalle scuole elementari si insegni il rispetto per l'altra, si parli di desiderio e di come viverlo
    Basta ragionare esclusivamente della violenza, soccombendo così a chi ci violenta.
    Oggi della violenza sulle donne dovrebbero essere gli uomini a parlare, le donne lo hanno fatto tanto ed in tanti modi. La crisi che stiamo attraversando, purtroppo ci costringe a rimettere i nostri pensieri lì, ed a partecipare e costruire iniziative dappertutto, convegni, progetti che nascono in grande parte dal desiderio di fare, ma dovremmo essere attente all'utilizzo mediatico del tema molto spesso rilevante per costruirsi un falso consenso.
    Io credo molto nel lavoro fatto lontano dai riflettori,nella discrezione della relazione; sostenere la nascita di luoghi dove sia possibile rompere l'isolamento, luoghi gestiti da donne opportunamente formate. Ora dobbiamo pretendere la continuità di finanziamento ai centri antiviolenzac'è già un grande sapere, una grande pratica che va nutrita e utilizzata.
    Partiamo da questo.