Maria Pasanisi Candidata al Comune di Manduria (TA)
Noi abbiamo
scelto di stare dalla parte di tutti i Cittadini e quindi anche dalla
parte delle donne.
Siamo
partiti chiedendoci: Qual'è la situazione delle donne nella nostra
Città? Le donne hanno realmente un riconoscimento in termini di
diritti e di opportunità pari a quelle degli uomini?
Da
circa un anno lavoriamo intorno a questo argomento e la
situazione che abbiamo rilevato nel nostro territorio è realmente
critica.
Se
analizziamo la presenza
delle donne in politica, il dato elettorale delle ultime
amministrative del 2010 fa rilevare una presenza femminile nelle
liste pari al 18% (62 donne su 284 uomini).
Di
queste donne 16 hanno preso zero voti, e 21 tra 1 e 10 voti.
Va
da sè che la presenza delle donne è stata solo strumentale al
raggiungimento del numero necessario alla lista senza nessun
coinvolgimento attivo e reale nella formulazione di un programma,
senza nessuna volontà che un numero congruo di donne potesse
realmente avere un ruolo nella vita politica e sociale del nostro
paese!
La
conciliazione tra vita e lavoro deve costituire una delle priorità
trasversali di programmazione delle politiche comunali, nella
consapevolezza che contribuiscono contemporaneamente a creare
un’economia più flessibile ed a migliorare la vita delle donne e
degli uomini.
Sviluppare
una rete integrata di servizi socio-educativi ed educativi per
l’infanzia e servizi per persone non autosufficienti; favorire la
condivisione del lavoro domestico e di cura, contrastare la
rigidità nell’organizzazione del lavoro; promuovere la diffusione
di informazioni sulle opportunità e sui servizi resi disponibili,
insieme al contrasto degli stereotipi di genere anche attraverso
iniziative nelle scuole e campagne di sensibilizzazione: sono alcuni
degli obiettivi che il nostro programma si pone.
I
punti della
nostra proposta per la promozione delle politiche femminili
- La scelta istituzionale di un Assessorato con delega alle Pari Opportunità è una precisa dichiarazione di intenti in questa direzione.
- Bilancio di Genere: consiste nella riclassificazione delle voci di bilancio per aree direttamente o indirettamente sensibili al genere (maschile e femminile).
Non
è un bilancio separato ma un’analisi che porta a stabilire i
differenti risultati ed impatti prodotti su donne e uomini.
Per
gli enti pubblici è un importante strumento che consente di
analizzare e ridurre le disuguaglianze di genere attraverso un
esercizio di trasparenza, democrazia e rendicontazione della gestione
e distribuzione delle risorse pubbliche, a vantaggio dell’intera
collettività;
- Istituzione Comitato Unico di Garanzia che vigili sulla correttezza formale degli atti secondo un'ottica di genere o sulla condizione delle lavoratrici prevenendo discriminazioni e favorendo i percorsi di conciliazione e di carriera.
- Adozione della Banca del Tempo: è uno strumento di scambio di attività, servizi, saperi tra persone; offre la possibilità di scambiare prestazioni gratuite e paritarie misurate in ore, tra persone che stabiliscono tra loro un rapporto di fiducia. Il meccanismo consiste nel mettere a disposizione ciò che si sa fare per poter chiedere, in caso di bisogno, un altro servizio per il quale non si possiedono le capacità e il tempo.
- Monitoraggio dei finanziamenti per la realizzazione di azioni positive in favore delle donne
- Adozione del Piano Triennale di Azioni Positive: il Piano Triennale di azioni positive, é previsto dal dlgs 198/2006 (Codice delle Pari Opportunità).L'obiettivo del Piano è di promuovere l’inserimento delle donne nell’ambito lavorativo ad ogni livello, ad ogni settore e di rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità. La predisposizione del Piano, ha per le Pubbliche Amministrazioni carattere obbligatorio, con previsione in caso di mancato adempimento, dell’applicazione della sanzione in base alla quale “le Amministrazioni Pubbliche che non provvedono agli adempimenti non possono assumere nuovo personale, compreso quello appartenente alle categorie protette” (Art. 6 comma 6 D.Lgs. 165/01 o Art. 6 comma 6 D.Lgs 29/93).
L'adozione
di tale piano consente inoltre l'accesso ai fondi del Ministero del
Lavoro (L.125/91) che finanziano azioni a favore delle donne con un
contributo a fondo perduto fino a 80.000 euro.
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