giovedì 11 aprile 2013

Manduria una donna ed una nuova proposta politica per il Comune



Maria Pasanisi Candidata al Comune di Manduria (TA)




Noi abbiamo scelto di stare dalla parte di tutti i Cittadini e quindi anche dalla parte delle donne.

Siamo partiti chiedendoci: Qual'è la situazione delle donne nella nostra Città? Le donne hanno realmente un riconoscimento in termini di diritti e di opportunità pari a quelle degli uomini?

Da circa un anno lavoriamo intorno a questo argomento e la situazione che abbiamo rilevato nel nostro territorio è realmente critica.

Se analizziamo la presenza delle donne in politica, il dato elettorale delle ultime amministrative del 2010 fa rilevare una presenza femminile nelle liste pari al 18% (62 donne su 284 uomini).

Di queste donne 16 hanno preso zero voti, e 21 tra 1 e 10 voti.

Va da sè che la presenza delle donne è stata solo strumentale al raggiungimento del numero necessario alla lista senza nessun coinvolgimento attivo e reale nella formulazione di un programma, senza nessuna volontà che un numero congruo di donne potesse realmente avere un ruolo nella vita politica e sociale del nostro paese!

La conciliazione tra vita e lavoro deve costituire una delle priorità trasversali di programmazione delle politiche comunali, nella consapevolezza che contribuiscono contemporaneamente a creare un’economia più flessibile ed a migliorare la vita delle donne e degli uomini.

Sviluppare una rete integrata di servizi socio-educativi ed educativi per l’infanzia e servizi per persone non autosufficienti; favorire la condivisione del lavoro domestico e di cura,  contrastare la rigidità nell’organizzazione del lavoro; promuovere la diffusione di informazioni sulle opportunità e sui servizi resi disponibili, insieme al contrasto degli stereotipi di genere anche attraverso iniziative nelle scuole e campagne di sensibilizzazione: sono alcuni degli obiettivi che il nostro programma si pone.



I punti della nostra proposta per la promozione delle politiche femminili

  1. La scelta istituzionale di un Assessorato con delega alle Pari Opportunità è una precisa dichiarazione di intenti in questa direzione.
  2. Bilancio di Genere: consiste nella riclassificazione delle voci di bilancio per aree direttamente o indirettamente sensibili al genere (maschile e femminile).

Non è un bilancio separato ma un’analisi che porta a stabilire i differenti risultati ed impatti prodotti su donne e uomini.

Per gli enti pubblici è un importante strumento che consente di analizzare e ridurre le disuguaglianze di genere attraverso un esercizio di trasparenza, democrazia e rendicontazione della gestione e distribuzione delle risorse pubbliche, a vantaggio dell’intera collettività;

  1. Istituzione Comitato Unico di Garanzia che vigili sulla correttezza formale degli atti secondo un'ottica di genere o sulla condizione delle lavoratrici prevenendo discriminazioni e favorendo i percorsi di conciliazione e di carriera.
  2. Adozione della Banca del Tempo: è uno strumento di scambio di attività, servizi, saperi tra persone; offre la possibilità di scambiare prestazioni gratuite e paritarie misurate in ore, tra persone che stabiliscono tra loro un rapporto di fiducia. Il meccanismo consiste nel mettere a disposizione ciò che si sa fare per poter chiedere, in caso di bisogno, un altro servizio per il quale non si possiedono le capacità e il tempo.
  3. Monitoraggio dei finanziamenti per la realizzazione di azioni positive in favore delle donne
  4. Adozione del Piano Triennale di Azioni Positive: il Piano Triennale di azioni positive, é previsto dal dlgs 198/2006 (Codice delle Pari Opportunità).L'obiettivo del Piano è di promuovere l’inserimento delle donne nell’ambito lavorativo ad ogni livello, ad ogni settore e di rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità. La predisposizione del Piano, ha per le Pubbliche Amministrazioni carattere obbligatorio, con previsione in caso di mancato adempimento, dell’applicazione della sanzione in base alla quale “le Amministrazioni Pubbliche che non provvedono agli adempimenti non possono assumere nuovo personale, compreso quello appartenente alle categorie protette” (Art. 6 comma 6 D.Lgs. 165/01 o Art. 6 comma 6 D.Lgs 29/93).

L'adozione di tale piano consente inoltre l'accesso ai fondi del Ministero del Lavoro (L.125/91) che finanziano azioni a favore delle donne con un contributo a fondo perduto fino a 80.000 euro.

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