Non esiste in Italia nulla di
paragonabile a quanto fatto, da donne e uomini, in Puglia per portare non le donne ma
un pensiero diverso in Consiglio Regionale. E da certi uomini per affossarlo.
Eppure difronte ad una proposta così condivisa e così sostenuta anche da una imponente raccolta di firme (30.000), il Consiglio Regionale ha boicottato un desiderio di vero cambiamento con la vergognosa pratica del voto segreto,
condito da dichiarazioni che benevolmente definirei fuori dalla
storia
Ma questo è avvenuto! Lo scenario
delle prossime amministrative regionali sarà, se nulla dovesse
cambiare nella redigenda legge elettorale,ancora più desolante
dell'attuale.
Infatti con la diminuzione a 50 del
numero dei Consiglieri, la raccolta delle preferenze premierà i
signori dei voti quelli con grandi capitali da investire e le donne
e gli uomini che cercano il consenso in altra maniera, ne
rimarranno desolatamente fuori!
Altro che risparmio della politica ci
si troverà davanti famelici figuri alla ricerca di rientrare nei
loro “investimenti” saremo rappresentati in maggior parte da
persone che nulla sanno dell'impegno politico, che nulla sanno di
quanto lavoro è necessario per capovolgere le solite pratiche
spartitorie e, che hanno come unico desiderio, la propria
conservazione
Ma ancor di più, sempre per
sostenere il contenimento della spesa pubblica è stata introdotta
la norma che stabilisce la presenza di assessori esterni in numero
massimo di 2, e quindi possiamo dimenticarci anche quella sorta di
risarcimento politico all'invisibilità che spesso erano alla base
delle composizioni paritarie tra uomini e donne delle Giunte
regionali
Era questa la Puglia che
desideravamo? Era questa la Puglia che doveva rinnovarsi e per la
quale abbiamo raccolto 30.000 firme reali, certificate ed
autenticate? Non penso.
Le reticenze al cambiamento sono
evidenti anche nella modesta prova offerta dai partiti in queste
elezioni elettorali.
Certo vanno dichiarate le differenze
tra chi ha comunque aperto, attraverso le primarie, le selezioni e
chi ne è stato totalmente contrario.
Ma il porcellum è rimasto e,
spesso, le candidature sono state espressione di chi nei luoghi
della rappresentanza tiene ancora il potere stretto nelle mani.
Possiamo riflettere su quanto ha contato nella scelta e nella
selezione l'appoggio maschile?
Certo grazie ad alcuni correttivi, che
il PD e Sel hanno introdotto attraverso lo strumento delle
primarie, come doppia preferenza, alternanza di genere, nel prossimo
Parlamento ci saranno tante donne. Sarà certamente una
rivoluzione, ma affinché non sia solo estetica sarà
interessante verificare il modo in cui le nuove elette si
atteggeranno rispetto ai problemi aperti dalla crisi, ai diversi
interessi in gioco, alla reinvenzione dei rapporti tra i due sessi.
Riusciranno le tante donne del nuovo Parlamento ad esplicitare
la critica forte a quel luogo in cui adesso siedono ed a
ricostruire nuova autorevolezza? o tutto il loro slancio si
acquieterà nell’essere “dove si decide”? Rafforzeranno
quella Politica delle Donne che ha sempre criticato fortemente
quei luoghi, constatandone la loro inefficacia, per reinventarli o se ne saranno lì zittite? da pratiche ed azioni così contaminate da fagocitare anche loro?
O continueranno a ricercare un modo di stare nei contesti politici
e sociali agendo in libertà dagli uomini, e
quindi cambiando le relazioni con loro?
La mentalità patriarcale e l’accettazione passiva di un
sistema che perpetua meccanismi di potere nelle stesse mani, sono
un problema di tutti e di tutte. Da questo problema la politica delle
donne dovrebbe ripartire.
E da qui il Comitato pugliese riparte! Senza una sana relazione ed un giusto riconoscimento del grande lavoro delle donne che hanno, con il proprio impegno, permesso l'ingresso femminile in Parlamento, chiedendo ad alta voce un cambio nella rappresentanza così fortemente maschile, nulla potrà mai cambiare!
E da qui il Comitato pugliese riparte! Senza una sana relazione ed un giusto riconoscimento del grande lavoro delle donne che hanno, con il proprio impegno, permesso l'ingresso femminile in Parlamento, chiedendo ad alta voce un cambio nella rappresentanza così fortemente maschile, nulla potrà mai cambiare!
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