lunedì 16 marzo 2015

La vergogna della legge elettorale della regione Puglia: di nuovo nulla a favore della presenza delle donne


Dopo tante parole, dopo tante azioni e incontri sulla introduzione delle norme di genere all'interno della legge elettorale della Puglia, l'unica cosa che intendo fare è "scattare una fotografia" di quanto  accaduto il 26 febbraio 2015 nell'aula consiliare regionale della Puglia: cronaca di una morte annunciata.
Dopo l’ascolto dell’Inno Italiano, il Presidente Introna apre la discussione. Si discute celermente dell’art 1, dell’art 2, dell’art. 3 e dell’art. 4 e dei relativi emendamenti. Arrivati alla discussione della doppia preferenza e del 50/50  l’assemblea decide che tale punto, definito “pacchetto di genere” verrà discusso per ultimo.
Tutti gli altri articoli vengono approvati. Si ritorna finalmente a discutere della doppia preferenza e del 50/50. 
Il consigliere Zullo (PdL) - ve lo ricordate?? - prende la parola e chiede al Presidente del Consiglio Regionale Introna (Sel) di dichiarare inammissibili gli emendamenti proposti, in quanto la prassi regionale impedisce che una legge già votata e non approvata venga riproposta nella stessa legislatura, dinanzi ad un Consiglio che si era già in passato espresso negativamente. Per chiarirci: la legge di cui parla Zullo è la nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla parità di genere per la quale furono raccolte 30.000 firme, ma che fu bocciata con voto segreto nel novembre 2012. Quindi altro, comunque, rispetto agli attuali emendamenti, presentati da 3 consiglieri per sostenere la presenza di donne in consiglio regionale (ad oggi solo 3 su 70).
In proposito intervengono Nichi Vendola (Presidente della Regione Puglia) e di seguito tutti gli altri consiglieri di centro destra e centro sinistra, esprimendo le loro idee sul “pacchetto di genere”. Infine, il presidente Introna ricorda che non è compito dell’ufficio di Presidenza dichiarare inammissibili gli emendamenti ma spetta all'assemblea. Riprende la parola Zullo che formula la pregiudiziale chiedendo all'assemblea di decidere.
Il Presidente apre la votazione elettronica, compaiono già i primi voti sul tabellone, quando, all'improvviso, il consigliere Mazzei (PdL) chiede il voto segreto. Il Presidente Introna, dopo qualche perplessità, alla fine decide di annullare la votazione elettronica e procedere con il voto segreto. Sic!
Risultato: con 37 voti a favore e 22 contrari, la pregiudiziale posta dal capogruppo Zullo viene approvata. Questi i fatti. E questa è la nuova legge elettorale regionale della Puglia: non dà spazio alla parità di genere e - imponendo anche delle soglie di sbarramento troppo elevate - non dà spazio alla democrazia.
Lo scempio perpetrato ai danni delle donne esprime una precisa volontà di non rispettare la parità di genere. Sia destra sia sinistra, o meglio i loro soggetti maschili, hanno chiaramente dimostrato di “aver paura delle donne”. Un sistema di votazione cambiato addirittura durante una “votazione in corso” delinea la forte insicurezza di questo Consiglio regionale, preoccupato solo di non perdere poltrone in considerazione del fatto che il numero dei consiglieri è stato ridotto a 70 a 50.
Da oggi, le donne di Puglia ancora una volta si impegneranno per riprendere il cammino, e sosterranno tutte quelle iniziative che promuoveranno: “la pari opportunità” intesa come meritocrazia. Si sceglierà o si voterà la donna che mostri competenza, correttezza e lealtà non perché è moglie di, figlia di, sorella di, amica di...  Si procederà con l’educazione al voto, nel rispetto dell’art. 48 della Costituzione: il voto è libero, segreto, personale, è un diritto/dovere civico.
Cercheremo di riavvicinare tutte le cittadine e i cittadini che si sono allontanati dalla Politica spiegando che la buona politica parte dalle nostre scelte e dalla nostra responsabilità di farci rappresentare da chi sente sulla propria pelle prima lo status di “cittadino/a” e poi di “consigliere/a”.

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