mercoledì 19 giugno 2013

194 è divenuta un affare di uomini!

Perchè in Italia tutte le questioni non trovano uno spazio di discussione ma solo sterili  contrapposizioni?
Perche in Italia le donne devono sempre lottare anche per diritti acquisiti?
Le donne oggi  hanno posto un problema: di fatto la legge 194 è una legge mal applicata. anche in Puglia.
E questo l'hanno detto analizzando dati ed incrociando percentuali. Hanno visitato fatiscenti consultori ed hanno parlato con le donne che richiedono l'interruzione di gravidanza e con le donne che negli ospedali lavorano.
Hanno costruito eventi pubblici per denunciare tutto questo( come già riportato in questo blog),  hanno raccontato la lenta  ma inesorabile  demolizione di  tutto l'impianto di una legge che doveva garantire una maternità responsabile e togliere le donne dalla clandestinità.
Tutto questo agire,  ha creato un pericoloso corto circuito per cui, la 194 è divenuta un affare di uomini!
Un uomo, direttore di una Asl, ha nominato, a capo di un settore delicato quale quello materno infantile, un uomo, obiettore di coscienza da sempre contrario alle interruzioni di gravidanza. e quando le donne si sono ribellate un crescente numero di uomini è corso in soccorso ed  hanno cominciato a scrivere banalità. 
questa l'ultima in ordine cronologico: 
Marmo: “Giù le mani dall'obiezione di coscienza”

Il Consigliere Regionale PDL Nino Marmo, Vice-Presidente del Consiglio Regionale, ha diffuso la seguente nota:
“ E’ in atto a tutti i livelli una campagna volta a punire ed intimidire i medici obiettori di coscienza in relazione agli aborti ex-legge 194. E’ un’ulteriore manifestazione di quell’incombente “Stato etico” all’incontrario la cui eticità di regime è il “politicamente corretto”, che si vorrebbe imporre extra omnes con obblighi e divieti, in una sorta di santa inquisizione di rito nichilista, fino a discriminare razzisticamente perfino tra gli assassini a seconda del sesso della vittima.
E’ una palese e scorretta manipolazione della stessa legge 194, che non è- o comunque non ci era stata rappresentata- una legge “pro aborto”, ma per la maternità responsabile, e che contempla senza ipotizzare discriminazione alcuna il diritto all’obiezione di coscienza da parte di chi, medico o altri, crede che il diritto alla vita sia il primo ed il più sacro.
In Puglia il tentativo di colpirla è stato già effettuato dalla maggioranza vendoliana, in questo precorritrice delle attuali posizioni di SEL, ma fu respinto con perdite da una sacrosanta sentenza del TAR Puglia.
Speriamo che non ci provino più. Speriamo anzi che la Regione non dimentichi di incentivare i consultori, anche quelli che si propongono di sostenere concretamente la maternità quando si manifesta, e non soltanto di reprimerla.””

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