mercoledì 12 giugno 2013

Molfetta : La Sindaca, la Sindaco, il Sindaco: Auguri a Paola, alle donne e a Molfetta: ora cambiamo la città e confrontiamoci in Puglia.

“Francesca, non mi piace il linguaggio di genere ma credo che un giorno riuscirai a convincermi”, mi disse Paola Natalicchio, la giovane giornalista che ora è “la Sindaca di Molfetta”, come scrive bene Francesco Strippoli del Corriere del Mezzogiorno, che ha vissuto anni e anni di best practises di donne pugliesi ovunque e che ha anche delle colleghe niente male in redazione.
Poi il calvario di mia nonna 105enne in ospedale, e non sono stata disturbata per integrare il programma su politiche di genere ed altro.

Ma Paola è una persona molto ricettiva, difatti è stata stravotata e credo saprà ascoltare molto delle best practises delle donne della Puglia migliore. Del resto ha avuto esperienze da giornalista a Roma in centri antiviolenza e il programma reca proprio il segno forte del centro antiviolenza, partorito insieme.

Proprio il tema della violenza alle donne (mi piace usare la parola “alle” per indicare l’elemento relazionale) è stato il tema di una bellissima iniziativa tenutasi in uno dei quartieri più poveri di Molfetta, in piazza San Michele, alle porte di piazza Paradiso.

Del contributo pesante dato dalle donne pugliesi a questa vittoria ho già parlato. E sono sicura che Paola saprà rispettare il perfetto equilibrio di genere, non tanto perché è un elemento ormai acquisito dalla giurisprudenza nazionale, ma perché è stato il primo segnale della crisi di una Politica e di politiche che non funzionavano a Molfetta. E le due cose vanno tenute insieme.

E, del resto, la legge 215/2012 sulla doppia preferenza alle comunali, a cui l’esperienza delle donne pugliesi ha tanto contribuito, ha permesso di eleggere molte donne. Ringrazio le elette, le candidate, le non candidate che hanno dato un contributo importante. E’ dall’appello di Vorrei, che ha raccolto 200 firme di donne molfettesi e che in tante abbiamo promosso, che si è fatto il decisivo salto di qualità. In una comunità importantissima che abbiamo saputo creare, in cui i signori uomini cominciano a rivedere la propria identità di genere così come storicamente costruita, e vedere piccoli atti in questo è un segnale importante.

Qualche “illuminazione” (cito la colonna sonora della campagna elettorale, Ti porto via con me di Jovanotti)? Un poderoso bilancio di genere; un piano dei tempi della nostra città; progettare con un’ottica di genere l’espansione di una città già troppo espansa e con poco agro, la riqualificazione delle aree in disuso, l’arredo urbano, la mobilità urbana anche con gli agognati taxi collettivi notturni; il microcredito al femminile; un fermo no alle pubblicità sessiste; il registro delle unioni civili; un welfare attento alle donne e quindi a tutte le differenze; iniziative costanti con consultorio, ospedale e scuole sulla salute delle donne.

E che non sia una lista della spesa: la prima ottica di genere è la partecipazione e il confronto costante con la città, nonché con le esperienze pugliesi e non, con cui tanto si è costruito.

Pertanto mi piacerebbe, e ho già parlato con qualcuna di noi, che questo blog organizzasse e mettesse insieme, in autunno, esperienze già consolidate ed esperienze che muovono i primi vagiti di best practises di genere per ragionare insieme su come non lasciare solo sulla carta e sull’inchiostro i diritti delle donne.

Intanto permettetemi di essere molto felice: credo che esperienze come quella di Molfetta abbiano molto da insegnare, di rimando, a tutte le forme della politica, in una fase di profonda crisi della partecipazione. Per dirla in commovente ovvio, la connessione sentimentale con il popolo e con ciascuna persona. E che sia un felice addomesticamento. Facciamoci gli auguri.
Francesca la Forgia - Avvocata


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